ABBIATEGRASSO – Venerdì mattina abbiamo intervistato al mercato Enzo Locatelli di Coldiretti che ci ha spiegato perché stava raccogliendo firme. “Come Coldiretti stiamo facendo una raccolta a livello nazionale perché possa passare la norma a livello europeo che sui prodotti agricoli venga messa l’etichetta che ne indica l’origine. Servono un milione di firme, ne mancano alcune migliaia. E’ importantissimo che il cittadino sappia cosa compra e cosa mangia. La Comunità europea è assurdo che non accetti di mettere questo obbligo di legge, il cittadino deve poter scegliere… Sarebbe normale che l’Europa accettasse, in modo particolare per i prodotti agricoli è doveroso”. Già, perché se l’Italia è all’avanguardia in Europa con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei cibi, non è così negli altri Paesi e l’Italia in particolare subisce i danni del “falso Made in Italy” agroalimentare che truffa i consumatori con parole e simboli che richiamano il nostro Paese ma vengono prodotti da tutt’altra parte. L’ultima stima di Coldiretti fa salire a oltre 100 miliardi di euro il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. L’obiettivo dei promotori è “imporre dichiarazioni di origine obbligatorie sui prodotti alimentari in modo da prevenire le frodi, tutelare la salute pubblica e garantire il diritto all’informazione dei consumatori”. Indirettamente questo significherà anche proteggere i produttori europei riconoscendo loro gli alti standard di qualità delle loro produzioni rispetto a quelle importate da Paesi terzi, che spesso solo all’apparenza sono simili. Si tratta anche di prevenzione infatti la contraffazione e l’adulterazione dei prodotti alimentari rappresentano un grave rischio per la nostra salute, soprattutto quando vengono utilizzati ingredienti di bassa qualità o addirittura tossici provenienti da altri Paesi. Un’etichetta chiara che indichi l’origine degli ingredienti aiuta a prevenire e combattere gli scandali alimentari che mettono in pericolo la salute. La raccolta firme è anche online. E.G.
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