ABBIATEGRASSO – Abbiamo proposto l’ultima intervista a Pierluigi Arrara in quanto uomo e  massima autorità cittadina, responsabile della sicurezza e con il compito di favorire il benessere di tutti i concittadini.

1) Perché ha accettato l’intervista o meglio ha accettato di condividere un pensiero, di rendersi utile agli altri per migliorare luoghi comuni di pensiero?

“Penso sia doveroso per ognuno fermarsi e riflettere su questi drammatici avvenimenti, sia come uomo che come sindaco non posso non essere toccato nel profondo del cuore, quando, e purtroppo anche spesso, si viene a conoscenza di donne che subiscono violenza. Ci sono alcune ‘battaglie di civiltà’ che è giusto sostenere, ogni violenza è una battaglia da combattere”.

2) Come agisce nella sua quotidianità per evitare che si verifichino fatti di violenza?

“Innanzitutto con il sorriso. Che vuol dire cercare di relazionarsi con gli altri in modo sereno, pacato, disponibile. Anche nelle discussioni lavorative, politiche e famigliari cerco sempre di mantenere un atteggiamento di ascolto e di accettazione dei pensieri altrui. E cercando di vivere correttamente i ruoli che si è chiamati a ricoprire senza sopraffazione e con grande tolleranza nei confronti di tutti”.

 3) Le è capitato di avere a che fare con donne maltrattate? Se sì come ha reagito, come le ha aiutate e come si è comportato nei confronti dell’aggressore?

“Sì, soprattutto in questi anni da sindaco mi è capitato più volte di ricevere in Comune donne e ragazze vittime di violenze. Soprattutto la prima volta mi son sentito davvero impotente e disarmato. Mi son sempre relazionato con loro con la massima disponibilità ad ascoltarle, a rincuorarle, a far sentire una vicinanza. In alcuni casi (quelli più gravi) convincendole anche a sporgere denuncia e a rimettere in discussione il rapporto in cui si sviluppavano queste violenze. E’ estremamente importante con una donna che confida di aver subito atti di violenza farle capire che non è sola, che ci sono strutture adeguate che possono aiutarla, sostenerla e, come con qualcuna siamo riusciti a fare, aiutarla a trovare soluzioni abitative e lavorative diverse, dove poter essere protetta e aiutata”.

4) Quali sono le azioni che si possono mettere in campo per arginare questa piaga sociale?

“Non è facile pensare ad azioni concrete per arginare questa piaga. Sicuramente la cosa principale è creare una cultura diversa, educare a una cultura diversa; è assurdo pensare che nel XXI° secolo qualcuno possa avere il diritto di maltrattare un’altra persona, che possa avere il diritto di sfruttarla e di umiliarla anche fisicamente. Per me non è solo un problema di pene più o meno gravi che si possono dare; anche se è assolutamente indispensabile tutelare la donna che ha il coraggio di denunciare gli abusi, garantendo la pena per chi ha commesso questa violenza. E’ un problema di cultura che deve partire dalle scuole, dai media (spesso responsabili di aver dato l’immagine della donna ‘oggetto’), dalle famiglie stesse; dobbiamo continuare a seminare il ‘rispetto dell’altro’, la fratellanza, la sacralità della vita. Infine come sindaco, credo sia un dovere di ogni amministratore pubblico, mi son sempre impegnato a sostenere quelle realtà che nel nostro territorio si adoperano a sostegno di queste situazioni: con azioni concrete di ascolto, di condivisone e di percorsi propedeutici per superare il dramma e l’incubo delle violenze e permettere una ‘rinascita’ di queste donne.’La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani’, tutti abbiamo il dovere di combatterla”. E.G.