ABBIATEGRASSO – Sabato 8 febbraio alle ore 15.30 il “Comitato spontaneo per la legalità e per il bene comune” di Abbiategrasso ha radunato la popolazione in piazza Marconi, per raccontare quanto si senta indignato nell’ascoltare certe notizie riguardanti la città.
La pioggia non ha scoraggiato i cittadini a presenziare all’evento. L’argomento scatenante l’indignazione del Comitato è stato l’arresto di Paolo Aurelio Errante Parrino, con l’incarico di referente di “Cosa nostra” in Lombardia, portando alla luce un sistema mafioso ben consolidato sul territorio.
La parola “mafia” indica un tipo di organizzazione criminale retta da atti violenti, omertà, riti d’iniziazione e miti fondativi di un’entità socio-politica dalle radici profonde. Le radici di questa strana pianta sono difficili da sradicare e nutrono un sistema costituito da minacce di morte a magistrati, come il Procuratore Capo Marcello Viola e la Pm Alessandra Cerreti della “Dda – Direzione Distrettuale Antimafia” di Milano, e a un’infinita rete d’imprenditori costretti a pagare il pizzo per lavorare.
L’Assemblea Pubblica nel pomeriggio di sabato scorso ha voluto essere un’occasione per informare, confrontarsi e tentare di delineare azioni concrete. Si vorrebbero organizzare altre assemblee pubbliche e favorire incontri di formazione, presentazioni di libri e dibattiti, allo scopo di rafforzare la consapevolezza di vivere in una società malata.
Ci sarebbe il desiderio di creare tavoli di lavoro per discutere su tematiche cruciali, come la cultura a rischio d’estinzione, la memoria degli eventi accaduti non tramutati in lezioni di vita, l’economia basata sui beni confiscati e quelli comuni. Quando si parla di cultura ragionando sul problema delle mafie, bisognerebbe specificare la necessità di imparare a distinguere il collaborare con le persone e il lavorare per le persone. In entrambi i casi bisognerebbe porre attenzione a non cadere nell’adulazione del dio denaro o della persona influente e non spaventarsi per ulteriori minacce implicite o esplicite. La storia ha insegnato quanto sia facile essere ingannati dai finti saggi e quanto è importante saper chiedere aiuto. In progetto ci sarebbero iniziative dirette a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini.

È stata usata la parola “welfare” per indicare l’intenzione di tutelare la vita sul territorio. Quindi si spera ci siano, in un futuro prossimo, buone novità riguardo a una riorganizzazione della sanità, della previdenza sociale e dell’assistenza. Si parla inoltre dell’intento di costituirsi come parte civile nel processo Hydra per ribadire l’impegno del “Comitato nella lotta contro le mafie”. Hydra è il nome della maxi inchiesta svelatrice di una presunta alleanza tra le principali organizzazioni criminali attive in Italia: Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta. I soggetti danneggiati dalla rete mafiosa sono tanti e appartenenti a diverse classi sociali. I traffici illeciti non sono gli unici affari della rete.
Tali organizzazioni tendono a instaurare legàmi con la politica, a condizionare il funzionamento delle istituzioni, a esercitare funzioni di protezione e controllo delle attività economiche su un determinato territorio. I traffici di droga sono sempre un problema assai rilevante, come il traffico d’armi e l’usura. Esse sono affamate di potere e avide dei diritti altrui. Tutte le loro vittime avrebbero diritto a un risarcimento. La vita resta un bene inestimabile nonostante le guerre in corso ne svalutino il prezzo.
L’appuntamento con il Comitato è rimandato al 18 febbraio alle ore 21 presso la Cooperativa Rinascita. Sarà occasione per definire le modalità operative dei tavoli di lavoro insieme alla cittadinanza tutta. Laura Cittar
Nessun commento