GAGGIANO – Lunedì 30 maggio 2016, alle ore 17.00, presso la sala Consigliare del comune di Gaggiano ha avuto luogo la firma della convenzione tra il Comune di Gaggiano, Libera Associazione, nomi e numeri contro le mafie, il Distretto di Economia Solidale Rurale (DESR) Parco Sud e la Contina Cooperativa Sociale per la gestione di attività sociale di interesse pubblico – Progetto “Bosco dei Cento Passi”, in ottemperanza alla delibera n.2 del Consiglio comunale di Gaggiano del 24 marzo 2016. Il Bosco dei Cento Passi nasce in seguito alla confisca definitiva il 16 gennaio 2002 successivamente alla della sentenza della Corte di Cassazione nei confronti di Salvatore Di Marco, narcotrafficante internazionale di Cosa Nostra, di un terreno nella frazione San Vito del Comune di Gaggiano. Conseguentemente all’assegnazione di questo bene al Comune stesso, avvenuta con decreto 3753 del 24 marzo 2006, l’Ente Locale realizza grazie al finanziamento della Provincia di Milano, in collaborazione con Ersaf, la piantumazione boschiva di una parte significativa dell’area, a cui dà il nome di “Bosco dei Cento Passi”, in memoria di tutte le vittime della criminalità organizzata traendo il nome suggestivo dalla vicenda a tutti nota di Peppino Impastato, barbaramente ucciso dalla Mafia il 9 maggio 1978, nel cui ricordo viene posto a dimora un albero come avverrà per altre vittime innocenti delle mafie. Il 3 settembre 2013 (anniversario dell’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa), viene sottoscritta una prima convenzione tra Comune di Gaggiano, Libera, DESR e Presidio Slow Food del Corsichese per la promozione dell’area, che permette all’apicoltore Mauro Veca di istallare un Apiario dedicato alla memoria di Lea Garofalo ed iniziare la produzione e la commercializzazione de “Il miele dei Cento Passi”, primo prodotto agroalimentare prodotto in un bene confiscato in Lombardia. Con la firma della Convenzione del 30 maggio 2016, che ne affida la gestione alla Contina Cooperativa Sociale di Rosate, il” Bosco dei Cento Passi” diventerà un’ulteriore possibilità di riscatto attraverso il lavoro per gli ospiti della Comunità Cascina Contina, che vengono da storie di marginalità e di dipendenza da sostanze stupefacenti e che saranno impegnati nella manutenzione del verde e nella realizzazione di un particolare frutteto di frutti “inusuali”, quali fichi, cachi, giuggiole, nocciole e azeruoli (tradizionalmente coltivati come singoli alberi nelle cascine della nostra zona), che verranno commercializzati anche come confetture nel circuito del biologico e del commercio equo e solidale. L’impegno della Contina Cooperativa Sociale permetterà anche una maggiore e più puntuale fruizione dell’area, libera od organizzata, anche da parte di chi (singoli cittadini, scolaresche, associazioni, gruppi …) è interessato a conoscere la storia del bene e a godere della sua trasformazione. Da luogo di possibile speculazione edilizia da parte di chi commerciava morte a luogo di riscatto per chi era caduto in una spirale di morte e per un intero territorio, quello del Sudovest Milanese, che vuole sempre più affermare il suo impegno per la difesa e la promozione della legalità di fronte alla sua pesante colonizzazione operata da anni dalla criminalità organizzata.
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