ABBIATEGRASSO – Una lettrice segnala: “Martedì ho accompagnato una mia parente con aritmia cardiaca al P.S. di Abbiategrasso verso le 15 del pomeriggio, è stata valutata, le sono state praticate delle flebo; alle 20, poiché il Pronto Soccorso dell’ospedale Cantù chiudeva, è stata trasportata in quello di Magenta dove è rimasta in attesa diverso tempo. A mezzanotte e mezza, essendo arrivato un codice rosso, non c’erano più sanitari disponibili e c’era un’infinità di gente, diversi erano sulle barelle, non c’erano più lenzuola disponibili e due pazienti erano addirittura seduti per terra, sembrava un ospedale da terzo mondo. Uno che vomitava di qui, un altro di là, un altro che perdeva sangue dal naso, gli infermieri erano disponibili appena possibile ma risultano in numero non sufficiente mentre ad Abbiategrasso dove abbiamo una struttura nuova con spazi adeguati… questo servizio è stato chiuso dalle 20 alle 8 del mattino seguente. La mia parente è stata inoltre tenuta martedì notte, tutta la giornata di mercoledì, notte compresa, su una barella, solo giovedì mattina è stata portata in reparto e le è stato assegnato un letto. E’ evidente che l’ospedale di Magenta è sovraffollato e non riesce a far fronte a una mole di lavoro che sarebbe meglio se fosse ripartito con quello di Abbiategrasso. Sarebbe meglio innanzitutto per i pazienti, per i loro parenti ma anche per i sanitari”. E.G.
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