ABBIATEGRASSO – Si è svolto venerdì 26 febbraio, presso la sala consiliare del Castello visconteo, l’incontro “Capire la Formula Uno”, organizzato dal Ferrari Club Abbiategrasso, che vedeva come relatore, impegnato a spiegare questa “difficile” Formula Uno, l’Ing. Mauro Coppini di Formulapassion, presenti anche l’ex pilota e attuale telecronista RAI, oltre che presidente dell’ACI Milano, Ivan Capelli e il pilota locale Gianni Giudici. Come legale di diritto sportivo che da oltre vent’anni opera nel modo delle competizioni, con una lunga militanza anche in Formula Uno e come collaboratore di Formulapassion, con una mia rubrica fissa sulla rivista online, sono stato spettatore interessato dell’evento. L’ing. Coppini ha spiegato la particolare complessità del regolamento tecnico introdotto l’anno scorso, sottolineando come questo abbia riportato al centro dell’attenzione il motore, rispetto alla sempre importantissima aerodinamica, ma anche come sia errato ormai riferirsi, con una terminologia oramai superata, al “motore” ma come in realtà alle spalle del pilota vi sia un complesso di ben sei elementi da coordinare fra loro: motore termico, motore elettrico, turbo, Kers (il sistema di recupero dell’energia cinetica), batterie e, a coordinare il funzionamento di tutti questi elementi, appunto, il cuore di tutto: la centralina elettronica. (Non a caso, infatti oramai la terminologia inglese, generalmente adoperata in Formula Uno, parla di “power unit” e non di engine). Ha spiegato poi come questa particolare complessità tecnica, che è andata aumentando in modo esponenziale negli anni, ha finito con il togliere sempre più importanza al ruolo del pilota inteso nella accezione classica del guidare al limite una vettura, mutandolo in quello di elemento terminale di un lavoro complesso, svolto da decine di ingegneri in tempo reale, non solo nel box, come accadeva anche solo fino a quattro cinque anni fa, ma anche in fabbrica, mentre la vettura sta girando in pista, per la impossibilità, altrimenti, di gestire tutti i parametri. Ivan Capelli ha spiegato allora, come dai suoi tempi il ruolo, ma soprattutto il compito, che il pilota è chiamato a svolgere sia sostanzialmente mutato: una volta il pilota usciva dai box ed in pista era sostanzialmente solo, avendo unicamente quattro o cinque parametri da gestire in vettura. Oggi ci sono quarantotto (48!) fra tasti e manettini sul volante da gestire da parte del pilota ma una serie infinita di parametri che possono essere gestiti solo dalla telemetria e dagli ingegneri nei box e in sede, sottolineando come sia allora inimmaginabile oggi pensare al pilota in pista senza l’assistenza via radio del box, pilota il cui ruolo risulta quindi, per il grande pubblico, meno appariscente ma non per questo meno determinante. Dopo alcune domande poste all’Ing, Coppini sull’importanza di altri due parametri fondamentali, oltre la power unit, quali l’aerodinamica e le gomme, a questo punto sono stati introdotti altri due argomenti quali la sicurezza e la (punto dolente) sempre lamentata carenza di spettacolarità. E qui l’ing. Coppini ha toccato a mio parere il punto fondamentale, peraltro forse non colto a pieno dai presenti: la continua commistione fra regolamento tecnico e regolamento sportivo, con il primo che “ammicca” al secondo nella ricerca di una spettacolarità che risulta “fasulla” e come tale viene percepita dallo spettatore. In merito alla sicurezza Gianni Giudici ha sottolineato come l’eccessiva sicurezza abbia tolto gran parte del fascino alle corse, mentre Ivan Capelli ha voluto porre l’accento sul fatto che ai suoi tempi, mentre si riteneva di aver raggiunto già una grandissima sicurezza (anche se personalmente mi permetto di sottolineare come nell’epoca di Capelli, anni ‘80 e ‘90, si fossero già fatti importantissimi passi avanti rispetto a quella che era la Formula Uno degli anni ‘60 e ‘70), in realtà si erano verificata tutta una serie di circostanze fortunate che avevano evitato il peggio e avevano fatto erroneamente credere di essere al sicuro, fino a che, in quel maledetto weekend di Imola del 1994, la sorte non disse basta con il grave incidente di Barrichello il venerdì, la morte di Ratzemberger il sabato e quella di colui che tutti consideravano il numero uno, Ayrton Senna, la domenica. Da allora, ha ricordato Capelli, la ricerca della massima sicurezza è stato il primario scopo della Federazione con continue evoluzioni che purtroppo non hanno impedito il verificarsi di gravi incidenti, scoprendo altri punti deboli (vedi testa del pilota) sui quali lavorare e sui quali attualmente la Federazione è impegnata nella ricerca di una soluzione. Altri temi sono stati toccati, inclusa, vista la presenza di Ivan Capelli presidente dell’ACI Milano, la situazione della trattativa per il rinnovo con la FOM di Ecclestone (il “padrino” della Formula Uno) per la disputa del Gran Premio d’Italia a Monza, con Ivan che ha manifestato un qualche ottimismo sulle possibilità di addivenire ad un accordo. Con qualche aneddoto di Gianni Giudici sulle corse di un tempo che fu si è poi conclusa la interessantissima, ovviamente per chi appassionato di corse, serata. Avv. Rodolfo Intelisano