ABBIATEGRASSO – In pochi giorni, molte segnalazioni hanno riportato criticità conseguenti alla chiusura del P.S. del Cantù. “Nella notte di mercoledì una degente ricoverata in medicina ha avuto verso le 20 un arresto cardiaco, hanno chiamato l’anestesista reperibile, per fortuna era presente in quel momento l’auto medica e il rianimatore del 118 ha intubato la paziente, l’anestesista reperibile è arrivato dopo. Se l’auto medica fosse stata impegnata altrove? Con il P.S. aperto ci sarebbe ancora l’anestesista per 24 h”. “Il P.S. apre alle 8, è successo che alle 7 una persona si è presentata per chiedere aiuto, all’interno c’erano dei dipendenti, probabilmente si sono chiesti se farla entrare, ma poiché non era ‘ora’ di chi sarebbe stata la responsabilità? Così si garantisce la sicurezza?” Gli operatori delle ambulanze presenti sul territorio segnalano il sovraffollamento del P.S. di Magenta, tanto che il 118 fa loro invertire la marcia ed accompagnare al P.S. di Abbiategrasso che diventa improvvisamente ‘sicuro’. Dicono che a Magenta le ambulanze devono aspettare molto più a lungo, non potendo ‘sbarellare’ il malato fino a quando non viene preso in carico per cui l’ambulanza rimane ferma di più e non si può rendere disponibile per altri servizi. Un lettore segnala: “Martedì verso l’una di notte, un’ambulanza della Croce Azzurra è stata inviata al S. Carlo perché a Magenta non c’era posto, prima invece si veniva inviati a Milano o altrove solo per la competenza richiesta dalla patologia”. Giovedì sera quest’altra segnalazione corredata da fotografie. “Un’ambulanza sostava davanti all’ospedale, il team dell’auto medica, 5 persone, sono salite a visitare il paziente. Tutto questo nello spazio dell’ambulanza e per strada. L’ambulanza è ripartita poi alle 22.45 non so per dove. Perché deve succedere questo, non in un punto isolato ma davanti a un ospedale con un P.S. nuovo e funzionante di giorno?” E.G.
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