ABBIATEGRASSO – Riceviamo dal Comitato Popolare Intercomunale e pubblichiamo quanto segue: “DOMANDE. E’ gradita una risposta. Il testo del nuovo Poas (Piano Organizzativo Aziendale Strategico), ovvero il cronoprogramma dell’Asst Ovest Milanese, di cui fa parte il Cantù con gli ospedali di Magenta, Cuggiono, Legnano, adottato dal Direttore Generale dott. Odinolfi il 9 giugno scorso, dice quali sono le attività previste in ognuna delle 4 strutture. Sono elencate le attività da attivare e quelle da chiudere e sono indicati i tempi: dalla data dell’approvazione del Poas (quindi da subito) o da altra data indicata sia per attivare che per chiudere il servizio. Tra i servizi da attivare per quanto riguarda l’emergenza-urgenza, è prevista attivazione da subito del servizio di anestesia al Pronto Soccorso di Cuggiono, mentre ad Abbiategrasso viene prevista la sola attivazione del Punto di Primo Intervento (senza anestesista) dal 1° gennaio 2023 e viene chiuso entro il 31/12/2022 lo staff del Dea di Magenta (il DEA è un Pronto Soccorso con unità operative superiori a un P.S. Base, che il Cantù ha sempre avuto fino al 2016 quando, appena rifatto nuovo, è stato depotenziato per scelta politica regionale). Quindi prendiamo atto che ora l’Azienda con il Poas ha deciso di sancire ufficialmente che non abbiamo più un Pronto Soccorso, come qualcuno si ostina a chiamarlo, ma solo un Punto di Primo Intervento che di fatto si limiterà ad inviare a un P.S., a Magenta o in altro ospedale. Apprendiamo anche che il Cantù non è più considerato un ospedale autonomo, come è sempre stato da oltre un secolo, ma è diventato parte del Presidio unico Magenta-Abbiategrasso, tacitamente, quando è stato motivato e ufficializzato che il Cantù sarebbe diventato una succursale del Fornaroli di Magenta?? Quest’ultimo seppur con un P.S. rinnovato e ampliato non riesce già attualmente a far fronte adeguatamente al flusso di pazienti, dovendo assorbire anche l’utenza dell’abbiatense che, pur avendo nel Cantù un P.S. con spazi e strumentazione all’avanguardia, è costretta ad andare altrove e ad affrontare quotidianamente disagi che anche oggi, venerdì 24 giugno, vengono riportati dal settimanale Settegiorni in una significativa testimonianza. Chiediamo all’assessore regionale Moratti, innanzitutto di chiarire perché ha dichiarato che il Punto di Primo Intervento aprirà anche di notte, entro luglio, mentre nel Poas della stessa Azienda Regionale viene indicata la data del 1°gennaio 2023.  INVITIAMO l’ass. Moratti a venire a visitare l’ospedale Cantù per rendersi conto personalmente della realtà di cui avvalla decisioni che la popolazione del distretto considera improprie per rispondere adeguatamente alla domanda degli 85.000 abitanti dell’abbiatense, in un territorio vasto che, come definito dal decreto Balducci ‘si configura a popolazione sparsa’. Abitanti che chiedono il diritto di riavere i servizi che garantiscono i livelli essenziali di assistenza, indicati dalla stessa normativa, a tutela della loro salute. Comitato Popolare Intercomunale”.