ABBIATEGRASSO – La Festa della Repubblica è stata celebrata anche quest’anno in un momento difficile. Allentatasi la morsa della pandemia, venti di guerra spirano violenti in alcune nazioni, coinvolgendoci nei pensieri, nei sentimenti, mettendo in discussione le nostre certezze. Ieri e oggi si sono intrecciati nei discorsi commemorativi delle autorità civili e religiose sull’importante ricorrenza, stimolando alla riflessione, durante il tradizionale corteo sfilato per le vie della città e accompagnato nei vari momenti dalle note del Complesso Bandistico “La Filarmonica”.

I primi spunti alla riflessione sono stati offerti da mons. Innocente Binda nella sua omelia, durante la S. Messa celebrata in Basilica, quando nel cammino verso la Pentecoste ha invocato dallo Spirito Santo due doni per la Patria: “l’onestà dei cittadini e la saggezza dei governanti”, sottolineando da una parte “la necessità di ricostruire, tramite l’educazione, il senso civico, che non ha bisogno di essere controllato in ogni momento dalle forze dell’ordine e scrutato dalle telecamere” e dall’altra il fatto che “i governanti, anche se è difficile essere sopra le parti, devono fare scelte per il bene comune, non assecondare ciò che conviene a questo o quel partito, i desideri di questo o quel gruppo di cittadini”.

Dopo la funzione religiosa, in cui tra le altre invocazioni è stata recitata dal pulpito la preghiera per la Patria, seguita dalle note del Silenzio intonato dalla tromba, il corteo si è diretto al Monumento ai Caduti per l’alzabandiera al suono dell’Inno di Mameli e per la deposizione di una corona d’alloro da parte di due alunni, in rappresentanza delle scuole cittadine. Poi di nuovo in cammino verso un’altra sosta importante, davanti all’ingresso del Parco della Repubblica, sulla cui targa era stata deposto in precedenza l’omaggio di una corona.

Qui il sindaco Cesare Nai ha rivolto ai presenti un saluto e un breve discorso: “Il 2 Giugno del 1946 vide il popolo italiano partecipare in massa alle prime elezioni politiche e dopo una lunga guerra nasceva la Repubblica. E’ importante tenere viva la democrazia attraverso la partecipazione. Allora gli italiani decisero il futuro della nostra nazione e avviarono il processo democratico che portò alla nascita della Costituzione. Oggi, appena usciti, speriamo, da una crisi sanitaria, il Paese vive un momento difficile per la guerra vicina che ha messo in discussione le nostre certezze. Si prospetta una crisi economica, preoccupazione per il futuro dell’Europa e delle nuove generazioni. L’intervento delle istituzioni dev’essere pronto ed efficace. Lo sforzo per far rispettare la pace dev’essere impegno categorico di chi governa le nazioni. Ce la faremo anche questa volta. L’Italia è forte, deve guardare avanti, mai arrendersi e fermarsi. La nostra storia ci ha visto uscire da altri momenti bui. Oggi più che mai ognuno di noi ha il dovere d’ispirarsi a quello spirito comune che diede vita all’Assemblea Costituente, superando le divisioni. Le scelte vanno fatte traendo forza dall’esempio delle tante persone che negli anni hanno combattuto quotidianamente per tenere in vita il percorso democratico, che non deve mai essere dato per scontato. Tra i pilastri della Costituzione c’è quello della solidarietà, tante associazioni, tanti abbiatensi ne hanno fatto il loro modello di vita. Come sindaco, ne sono orgoglioso. Quella di oggi non sia solo una bella festa da vivere, sia motivo di profonda riflessione sul nostro essere e il nostro divenire, sulla strada percorsa e quella che abbiamo davanti, ricordando che qualsiasi conquista, libertà, democrazia e pace, va salvaguardata giorno dopo giorno con forza e impegno”.

Il corteo è tornato quindi da dove era partito, in piazza Marconi, per gli onori al Gonfalone del Comune e l’ultimo saluto del primo cittadino, prima di sciogliersi alle note della Banda. M.B.