Sabato sera a seguito di innumerevoli telefonate ricevute, mi sono recato con la mia nipotina a
vedere la faccia di topolino che campeggiava su Palazzo Stampa. Strepitoso, l’immagine luminosa
di un parco divertimenti ricopriva completamente la facciata dello storico Palazzo. Dopo il primo
impatto di ammirazione la nipotina si è stufata e ce ne siamo andati. L’immagine era troppo statica,
perché non mettere anche tutti quei puntini luminosi che si inseguono? Sarebbe stato il massimo del
buon gusto. Non so cosa ne pensano gli abitanti di Castelletto, ma visto che sono stati trattati come
novelli selvaggi consiglio di proseguire con questa linea allestendo per la prossima domenica,
sempre davanti a Palazzo Stampa ovviamente, una mostra di vetri colorati e perline mandando
anche qualcuno travestito da Cristoforo Colombo a proporle agli indigeni. Ma a Castelletto,
nonostante l’Amministrazione pensa siano dei sempliciotti, qualcuno ha pensato di inviare
l’immagine alla Soprintendenza alle belle arti che sicuramente però era stata preavvertita. Ho saputo
poi che ci sono state delle discussioni sull’utilità dell’opera visto che Amaga, che la finanzia, non
può pulire la fontana di piazza Castello per mancanza di fondi. Queste però sono polemiche che
lasciano il tempo che trovano. L’opera è stata proposta dall’assessorato alla cultura e realizzata
dall’architetto Clementi. Una voce dal fondo: “Ma per questa cosa lo paghiamo pure?” Forse
sarebbe meglio dargli una multa per inquinamento luminoso. Adolfo Lazzaroni, Abbiategrasso
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