ABBIATEGRASSO – Una serata ben organizzata con relatori competenti che hanno approfondito aspetti psicologici, legali, sociali, tema ‘la violenza di genere’, ma anche un momento di ascolto delle realtà territoriali, contributi che confluiranno, come ha detto Carmelo Ferraro presidente di Piattaforma Milano, nel contenitore di questo nuovo laboratorio politico aperto alla società civile per confrontarsi su problematiche emergenti da affrontare insieme. Un tour nei comuni della Città Metropolitana partendo proprio da Abbiategrasso, con la prima iniziativa del 7 novembre: “Violenza no grazie!”; Stefano Azzalin referente per il sud-ovest ha anticipato che ne seguiranno altre sul cybur-bullismo, tematiche giovanili ma anche agricoltura, educazione finanziaria e altro ancora. Prima relatrice la psicologa e criminologa Silvia Bassi che ha definito gli aspetti psicologici che caratterizzano le figure di vittima e carnefice. Relazioni ossessive, dinamiche che non si possono chiamare amore ma relazioni di vicendevole dipendenza affettiva. Da una parte un narcisista patologico, dall’altra una persona pronta a soddisfare tutti i suoi bisogni che all’inizio è ipervalutata poi quando iniziano delle divergenze, scatta il meccanismo della svalutazione e inizia un percorso di paura. Paura di perdere una relazione che prima gratificava, poi dopo aver sperimentato uno o più generi di violenza, psicologica, fisica, economica, subentra il senso di colpa per essersi legata a una persona malvagia e risulta difficile chiedere aiuto. Intanto il narcisista continua a controllare la vittima costretta a questa relazione ossessiva, il narcisista anche se si mostra sicuro, nasconde una grande fragilità, un vuoto affettivo che probabilmente risale all’infanzia. Il narcisista teme di tornare alla fase senza amore e fa di tutto per portare la vittima a essere dubbiosa dei suoi comportamenti per creare disorientamento e non avere più stima di sé, fino a credersi pazza, ingenua, incapace, faticando a fidarsi delle autorità. Solo quando finalmente riesce a chiedere aiuto comincia a lavorare sui suoi sentimenti ambivalenti e inizia a ristrutturarsi fino a comprendere di essere completa, di avere già tutte le risorse e di non avere certo bisogno di una relazione compensatoria simile a quella con cibo o sostanze per riempire il senso di vuoto. L’avvocato penalista e matrimonialista Anna Gesualdo ha aggiornato su risorse e strumenti normativi a disposizione per tutelare le vittime di violenza. L’Italia ha ratificato nel 2014 la Convenzione di Istanbul che estende la violenza contro le donne a tutti gli atti che possono provocare danni di varia natura, fisica, sessuale, psicologica, minacce comprese. Fondamentale per contrastare questo fenomeno è il fare rete tra centri antiviolenza, servizi sociali,ecc. Il Codice Rosso, ovvero la nuova legge 69 del 9 agosto 2019, modifica la disciplina penale e inasprisce le sanzioni. Accelera l’avvio dei procedimenti, con una corsia preferenziale per questi reati e inserisce 4 nuovi reati, il revenge porn, ovvero la diffusione di immagini porno senza consenso. Il reato di sfregi permanenti, il reato di costrizione o induzione al matrimonio, il reato di violazione dei provvedimenti di avvicinamento. Queste misure si aggiungono agli altri strumenti di tutela previsti come l’Ammonimento del Questore, ne ha parlato Stefano Memoli presidente dell’Associazione Poliziotti Italiani, un deterrente perché crea un precedente che permette l’applicazione di misure cautelari personali in caso di violazione. Ai Carabinieri e a tutte le forze dell’ordine viene richiesta non solo competenza professionale ma anche particolare empatia nelle relazioni con vittime donne e minori, ci sono nuovi protocolli con le indicazioni degli atteggiamenti da tenere. Marian Ismail, antropologa, ha rimarcato l’utilità del fare rete tra tutti coloro che si occupano di questa emergenza e ne ha dato una lettura sociologica e antropologica. Una lettura antropologica è utile per riuscire a interpretare ciò che soggiace alla relazione tra le parti che spesso non riusciamo a interpretare nel modo corretto. Molteplici aspetti culturali e religiosi ci indicano le motivazioni che riguardano le relazioni disfunzionali sul lavoro, nelle coppie, famiglie e parentele. Ci sono tanti tipi di violenze, dall’induzione alla prostituzione, le mutilazioni dei genitali femminili, violenze sottilissime come imporre il velo alle bambine musulmane che neanche il Corano impone, ha sottolineato la relatrice che è musulmana. Infine l’abbiatense avv. Catania, attivista di Piattaforma Milano, ha descritto cosa offre il territorio alle donne vittime di violenza: lo sportello donna aperto 2 giorni la settimana ad Abbiategrasso, altri 2 a Rosate consente di ottenere sostegno alle relazioni, fare formazione e ricerca di lavoro, consulenza psicologica, perché l’obiettivo è consentire la ripresa di una vita autonoma. Gli accessi sono stati 10 in 6 mesi. Ci sono poi i centri anti-violenza che si occupano di contrastare i reati. Due anni fa nell’area milanese gli accessi a tali strutture sono stati 875. Ovviamente l’avvio del procedimento penale avviene mediante tre strade: le denunce presentate ai Carabinieri e la richiesta di intervento diretto ed immediato per i casi più gravi, o, in alternativa, tramite sportello donna o a un professionista di fiducia. Tutte le vittime di maltrattamenti in famiglia o stalking hanno diritto al patrocinio a spese dello Stato: è sufficiente trovare un avvocato iscritto nelle apposite liste. Ogni giorno a Milano ci sono mediamente 40 nuovi fascicoli che riguardano maltrattamenti e violenze sessuali, a Milano e provincia se ne contano ca.14.600 in un anno. Numeri che, con i dati Istat sui femminicidi, bastano a far comprendere che si tratta di un’emergenza, da affrontare facendo rete, utilizzando al meglio tutti gli strumenti di prevenzione e tutela delle vittime, compresa la riabilitazione dell’aggressore e incominciando dall’educazione al rispetto dell’altro in famiglia e a scuola dove occorre coltivare l’intelligenza emotiva, per imparare a riconoscere, esprimere, controllare le emozioni. Un incontro importante perché conoscere e divulgare tali informazioni è fornire strumenti utili a prevenire e proteggere. Enrica Galeazzi
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