ABBIATENSE – Il sindaco di Rosate Daniele Del Ben ha ospitato nell’accogliente sala del municipio l’interessante partecipato convegno che ha affrontato il tema infrastrutture e centri commerciali con particolare riferimento ai progetti del Parco Commerciale proposto da Essedue e della strada Vigevano- Malpensa. Da politico, Del Ben ritiene che il ruolo della politica sia difendere il territorio, non a parole ma impegnandosi a fare quello che serve al cittadino e dice “quello che non è giusto non si deve fare. I temi legati all’ambiente non sono accessori ma importanti nella pianificazione di un Comune”. Brunella Agnelli, relatrice di Confcommercio, denuncia un grande squilibrio distributivo, i dati dimostrano che nonostante la crescita della GDO (grande distribuzione) i livelli occupazionali sono diminuiti, con un incremento della cassa integrazione. L’80% dei centri commerciali sono di basso livello e risultano obsoleti, primeggia il 20% di grandi dimensioni che cannibalizza i più piccoli. Perché allora le amministrazioni comunali vogliono altri centri commerciali? Per interessi speculativi e immobiliari più che per interessi commerciali, invece viene spesso esaltata l’opportunità di creare occupazione mentre in realtà si genera disoccupazione perché si danneggiano i piccoli commercianti a cui serve il doppio del personale rispetto a chi razionalizza i costi sostituendolo con la tecnologia o imponendo turni massacranti. La GDO non solo non fidelizza ma propone quello che costa meno a scapito della qualità e dei fornitori. Altrettanto interessante l’intervento di Marzio Marzorati, di Legambiente e Parco nord, che ha sostenuto che le grandi strutture commerciali sono già in decadenza ma si è sedotti dal denaro e non ci si chiede da dove arrivano i soldi, non c’è trasparenza. Occorre decidere il futuro che vogliamo, non c’è più tempo. I fondi agricoli sono la vera ricchezza non appartamenti sfitti e capannoni vuoti, è una sfida sociale oltre che economica. Fabio Cornelli, sociologo, ha parlato di una ricerca di cui si sta occupando  per il Politecnico di Milano, un confronto tra due casi studio, l’impatto del progetto della Vigevano-Malpensa che riguarda il nostro territorio e quello del terremoto a Norcia. Le interviste agli abitanti del territorio, ad associazioni e altre realtà mostrano la differente percezione di cosa si intende per patrimonio. Chi conosce il territorio registra che patrimonio non sono solo gli edifici storici ma anche l’ambiente circostante. Il 90% degli intervistati ha risposto che la tangenziale non serve. Dario Olivero di Cia, agricoltori italiani, ha invitato a ritenere l’agricoltura un patrimonio, perché contrariamente a chi fa notare che rappresenta solo il 2% del Pil e l’1,9% dell’occupazione non è affatto marginale visto il 25% di indotto e l’importanza nelle esportazioni. Anche il paesaggio non è solo un bene estetico ma un collante nelle relazioni sociali, senza dimenticare che l’agricoltura ha ed avrà un importante ruolo nel dare un contributo nell’affrontare il cambiamento climatico. Gioia Gibelli, architetto del paesaggio e consigliere uscente del Parco Ticino, ha invitato a riflettere sul fatto che il nocciolo è l’economia, non più un supporto alla società anzi va addirittura nella direzione opposta alle esigenze delle persone. Ora invece di produrre beni per la società prevalgono le azioni speculative e, nel caso della Grande Distribuzione, gli utili vengono reinvestiti altrove, impoverendo il territorio, mentre i piccoli commercianti reinvestono sul posto. Interessante anche il riferimento al legame tra divertimento e denaro, i centri commerciali fanno presa soprattutto su chi ha meno e creano dipendenza. Forte è il legame dei grandi insediamenti  con le infrastrutture, senza strada non c’è centro commerciale e l’inquinamento aumenta perché porta traffico. Occorre una visione diversa del territorio e consapevolezza del suo valore. “La politica deve avere ragione domani” ma il futuro lo si decide oggi. Oltre ai relatori sono intervenuti  anche la cons. regionale Elisabetta Strada di Lombardi Civici Europeisti, i sindaci Crivellin di Albairate e Bona di Cassinetta, Locatelli di Coldiretti preoccupato che la strada tagli in due le aziende agricole, fontanili e falde acquifere. Il cons. comunale Finiguerra di Cambiamo Abbiategrasso che ha ricordato il laboratorio nato 25 anni fa proprio a Rosate per formulare un progetto alternativo per la valorizzazione del territorio e ha invitato i politici di Pd e M5S ora al governo a fermare una volta per tutte l’infrastruttura che non ha ancora il via definitivo del Cipe. E’ stata invitata a intervenire anche una rappresentante del Comitato “Abbiategrasso che vorrei” che annuncia un incontro pubblico il prossimo 19 novembre. Sono intervenuti anche Barbara De Angeli, Maria De Marchi e un agricoltore di Albairate, tutti gli interventi hanno contribuito, come ha detto il sindaco Del Ben, a smascherare lo stretto legame tra strade e centri commerciali, consapevoli che dobbiamo scegliere se custodire i nostri luoghi o trasformarli in modo irreversibile. E.G.