ABBIATEGRASSO – Alle segnalazioni pubblicate la scorsa settimana che riportavano l’indignazione di molti frequentatori dei boschi del Ticino per l’abbattimento di alberi su un sentiero in località canale scolmatore, risponde Marco Menghini che ci ha subito contattati per chiarire e motivare il taglio degli alberi. “In qualità di Presidente del Consorzio Forestale del Ticino, fatta regolare domanda all’Ente Parco Ticino per effettuare il taglio di alberi cresciuti lungo la scogliera, all’interno di boschi di nostra proprietà e da noi gestiti, siamo intervenuti a tagliare soprattutto pioppi ibridi e cinque platani spontanei, nati in mezzo ai sassi della scogliera artificiale, che mettevano a rischio la stessa scogliera realizzata negli anni 80 realizzata da AIPO a protezione dei boschi e del territorio in caso di piena del fiume, scogliera trascurata da anni e bisognosa di manutenzione non più rinviabile. Voglio sottolineare che qualche estremista, e non voglio usare altri termini, ha sabotato nei giorni scorsi la gru forestale utilizzata per l’abbattimento delle piante mettendo zucchero all’interno del serbatoio carburante e di quello dell’olio idraulico, causando gravi danni e impedendoci così di terminare i lavori di esbosco e di ripristino dell’area con evidenti conseguenze negative per tutti. A proposito del valore del legname abbattuto non è affatto di 14 euro al quintale perché trattasi di legname spontaneo destinato alle centrali a biomassa legnosa e non legname da ardere. Il nostro consorzio da statuto non ha fini di lucro e non ha ritorni se non quello di tutelare il nostro patrimonio boschivo. Il Consorzio forestale opera solo attraverso progetti effettuati da dottori forestali poi controllati e autorizzati dall’ufficio boschi del Parco del Ticino, ufficio competente e sempre molto attento alla conservazione e tutela del patrimonio boschivo. Mi permetto di sottoporre un vero grande problema, quello dei rifiuti di varia natura abbandonati sul territorio e nei corsi d’acqua, penso sia molto importante individuare e condannare questi fenomeni. Il Consorzio periodicamente e in silenzio raccoglie sia su aree di proprietà che su aree pubbliche questi gravi segni dell’inciviltà. A parecchie persone che transitavano mentre si effettuavano i lavori e che chiedevano spiegazioni, ho lasciato anche il mio biglietto da visita per essere eventualmente contattato per ogni informazione. Concludo con un sano invito rivolto in modo particolare agli indignati, non certo per la parte di bosco di mia proprietà ma per i boschi pubblici, vi invito tutti a partecipare con noi alla pulizie anche delle piccole cose che si possono fare se si vuole anche da soli, per conservare e valorizzare i boschi tanto utili a tutti in modo particolare in questo particolare momento storico. Noi del consorzio lo facciamo spesso, in silenzio, senza facili polemiche e se ci sono dei volontari, possono unirsi a noi perché se sostituiamo le polemiche gratuite con la forza di volontà comune di migliorare le cose, forse riusciremo a proteggere e valorizzare il nostro territorio e goderne i benefici utili a tutti. Gli eventi atmosferici delle ultime due estati hanno procurato gravi danni al bosco e in modo particolare proprio nella zona oggetto delle polemiche. Durante la prossima stagione silvana interverremo a recuperare le piante schiantate e a mettere a dimora altre piante per compensare le aree compromesse”. Questo il commento del presidente del Consorzio Forestale del Ticino, operativo dal 2000, che comprende un gruppo di proprietari di boschi e terreni agricoli che intendono sviluppare attività di gestione forestale e valorizzazione ambientale. Abbiamo inoltre, come annunciato, contattato l’ente Parco del Ticino che ha confermato di aver ricevuto dal Consorzio un progetto di taglio nel febbraio 2019, ancora valido, e che il taglio di alberi soprattutto se di grandi dimensioni, sulla scogliera che è un manufatto artificiale, è necessario per la conservazione della sponda e del territorio. E’ stata forse la mancata segnalazione del cantiere, trattasi comunque di proprietà privata, a suscitare tante proteste e segnalazioni da parte di pedoni e ciclisti che hanno considerato l’intervento “uno scempio” mentre, scopriamo, si è trattato al contrario di una necessità. E.G.
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