GAGGIANO – La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, quest’anno più che mai, ci sembra una ricorrenza necessaria e pressante; i numeri legati alla violenza sulle donne, quest’anno, sono aumentati ancora, imponendoci interrogativi inquietanti sulla cultura che permea la nostra società. Purtroppo il termine “ricorrenza” viene spesso tradotto in “impegno inevitabile ma poco sentito”, privando le ricorrenze stesse del loro reale obiettivo. Per evitare di adeguarci alla dialettica pulisci-coscienza del “è tutti i giorni la giornata contro la violenza sulle donne”, dobbiamo trovare modalità nuove per declinare questa giornata in maniera efficace e non ripetitiva perché, come sappiamo, spesso la ripetizione ci fa perdere il significato delle parole.  Quest’anno gli studenti dell’IIS Alessandrini-Lombardini di Abbiategrasso, in collaborazione con l’Associazione Orizzonti di Vermezzo, hanno proposto un nuovo progetto artistico, che nella serata di venerdì 26 novembre è stato presentato nella Biblioteca Comunale di Gaggiano. Nuovo perché, ogni anno, il progetto “Io sono Lilith” si impegna a celebrare una diversa figura femminile di rilievo che è stata nascosta o dimenticata nel tempo. Questa edizione è un omaggio a Maria Cumani, attrice, danzatrice, poetessa e seconda moglie di Salvatore Quasimodo. Agnese Coppola, insegnante e coordinatrice del progetto, afferma: “Nei libri di testo mancano ancora molte voci femminili, sia dal punto di vista letterario che dal punto di vista storico […] quindi noi ogni anno andiamo alla ricerca di queste donne che sono state dimenticate”. Il racconto della vita della poetessa si sviluppa quindi attraverso un percorso di grande fluidità e varietà artistica, si uniscono musica, poesia e fotografia, componendo un ritratto forte ma poetico di una donna che, per amore e cieca fedeltà, ha spesso vissuto all’ombra di un personaggio dalla personalità ingombrante come Salvatore Quasimodo. Nell’atrio della Biblioteca è stata anche allestita la mostra fotografica a cura di Ahmed Elnahif, esposizione di grande pregio nonostante il fotografo sia autodidatta. Ad arricchire ancor di più il significato dell’esibizione è la testimonianza diretta di Alessandro Quasimodo, figlio di Salvatore e Maria, che ha raccontato la loro relazione da un punto di vista più intimo. La storia di questo spettacolo si è scoperta particolarmente travagliata, dato che l’ideazione originale risale a due anni fa e i cortometraggi mostrati furono filmati ancora in periodo pre-pandemico. L’abnegazione dei ragazzi e degli insegnanti nel portare avanti il progetto nonostante la pandemia è un esempio dell’impegno che deve essere messo in campo ogni anno per la Giornata contro la violenza sulle donne, rinnovandosi e trattando tematiche legate al femminile che non si limitino a mostrare le donne come vittime passive di uomini violenti, ma narrandone la grandezza umana, l’orgoglio e la forza che le contraddistinguono. Alessandro Gastaldi