MAGENTA – Ci troviamo purtroppo a dar notizia di due episodi di violenza sulle donne, entrambi a Magenta. Sabato, in pieno centro, in un appartamento all’interno di un palazzo di piazza Fontana, è scoppiato un litigio, come sempre per futili motivi. L’uomo è andato in escandescenza e ha picchiato la sua compagna, di origine ucraina come lui. La donna, spaventata, ha lasciato la casa con la figlia di 8 anni e si è diretta prima in pronto soccorso per farsi medicare e poi dai Carabinieri dove ha sporto denuncia nei confronti del marito che, a quanto pare, non era la prima volta che alzava le mani sulla moglie. Quando la donna è rientrata a casa ha trovato però una brutta sorpresa: il marito aveva cambiato la serratura della porta di casa impedendole di entrare. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri. Qualche giorno prima invece i Carabinieri di Magenta hanno arrestato un 41enne, G.U, pregiudicato, disoccupato, domiciliato a Gorgonzola. Dal mese di luglio seguiva e pedinava incessantemente l’ex fidanzata, una magentina di 37 anni che, spaventata per le continue attenzioni dell’uomo, si è rivolta ai Carabinieri che già conoscevano la situazione. L’uomo, vedovo da qualche anno, era stato fidanzato con lei ma non si era mai rassegnato alla fine della relazione, tant’è che quotidianamente pare facesse avanti-indietro da Gorgonzola per appostarsi vicino alla casa della sua ex e seguirla mentre andava al lavoro, sbrigava commissioni, andava a trovare amici o parenti. Insomma un vero incubo per la 37enne che, come se non bastasse, pare ricevesse minacce non solo verbali. Più volte aveva trovato nella sua cassetta della posta dei chiodi… Di fatto l’ex fidanzato le impediva di avere una vita sociale e di vivere serenamente. L’uomo è stato arrestato in flagranza vicino all’abitazione della sua “vittima”, l’accusa è di atti persecutori. In caserma il 41enne ha accusato un malore ed è stato ricoverato in ospedale. Dimesso successivamente, l’arresto gli è stato convalidato. Come misura cautelare non potrà avvicinarsi a Magenta né ai luoghi frequentati dalla vittima.