ABBIATEGRASSO – Esiste un modo migliore di farsi conoscere se non davanti ad un thè caldo e biscotti? Farsi conoscere, questo principio è alla base della serata “Un Thè con il volontario” organizzata giovedì 11 ottobre dall’Hospice di Abbiategrasso in collaborazione con la Teeria “Tete a Thè” di via Santa Maria. Qui i volontari del centro di cure palliative si sono riuniti invitando chiunque fosse interessato a fare una chiacchierata informale davanti ad un ottimo infuso, così da spiegare meglio le attività di volontariato di cui l’Hospice gode. I quasi cinquanta “Amici dell’Hospice” si dividono in due tipi di esercizi, gli eventi esterni alla struttura e i volontari in reparto che invece si dedicano alle attività collaterali quali la “Pet Therapy”. “In aiuto ai professionisti noi entriamo nelle stanze con gli animali addestrati come conigli, cani o porcellini d’India – ci racconta Lia, volontaria da più di cinque anni – i pazienti possono accarezzarli e sono entusiasti perché magari possono ricordare un vecchio animale domestico”. E ancora “L’ora del thè” dove gli ospiti e malati possono muoversi e conversare nello stesso spazio, la “Musico- Terapia” un modo “fresco” per distrarre i pazienti con la musica che li invoglia spesso a cantare e infine il “Giardinaggio”, dove si seminano e raccolgono gli ortaggi. “Ma il nostro aiuto è anche più semplice come imboccare, chiacchierare o sistemare il ricoverato – continua Gabriella, parrucchiera nella vita – io dedico spesso le due ore di turno per aggiustare o tagliare i capelli”. Eventi collaterali che molto spesso sono d’aiuto anche ai parenti, “Arte-Terapia” è un modo per sfogarsi ed allontanare i cattivi pensieri con la creatività. L’impegno nel reparto prevede, oltre alla formazione, l’assistenza di uno psicologo per scongiurare le problematiche affettive che vanno a crearsi tra degente e volontario. Meno impegnativa ma di fondamentale importanza è l’organizzazione degli eventi Pro Hospice e raccolte fondi. Ne sanno qualcosa Patrizia Siano e la figlia Sara, fautrici del “Torneo Bettiman” e raccolta fondi presso il Mercatino in Fiera. Tante le altre manifestazioni come “Corri per l’Hospice”, “Canta per l’Hospice” allestito dal Coro Trecime, il “Volo Day” e la “Cena di Gala” presso l’Annunciata. “Per chi non riesce ad affrontare il dolore del reparto può occuparsi dei raduni – racconta Melissa, una delle più giovani volontarie – è un supporto molto importante anche solo occuparsi dei punti ristoro o preparare pietanze ma soprattutto è un lavoro flessibile”. E poi c’è il “tuttofare”, Luciano, che dal 2012, anno del ricovero della moglie, svolge qualsiasi tipo di necessità come ritirare gli esami al Fleming ed inviare lettere in favore del centro di cure. Perché fare il volontario quindi? Soddisfare il bisogno di aiuto, lasciare un bel ricordo alle persone e soprattutto investire tempo per gli altri fa bene anche a sé stessi. “Spesso i pazienti confidano le loro paure e ricordi, è bello conoscere parti della vita altrui, – continuano Lia e Gabriella – a volte vieni a contatto con storie bellissime come quella di Luisa e Vittorio, fidanzati da 54 anni, non avevano potuto sposarsi, allora dopo che lei cadde malata, decisero, all’età di ottant’anni, di unirsi ufficialmente proprio presso l’Hospice. È stato un momento di grande festa dove noi volontari abbiamo partecipato in ogni modo”. Un’esperienza che permette di crescere dal punto di vista umano facendo del bene a chi sta affrontando gli ultimi giorni della sua vita. Ilaria Scarcella