ABBIATEGRASSO – Mercoledì scorso la Commissione Sanità ha espresso un “Sì” unanime alla riapertura del P.S. di notte e al ripotenziamento dell’ospedale Cantù, unendo la propria voce alla richiesta dei 15 sindaci dell’abbiatense e del Movimento per i diritti del Malato. La visita alla nuova e super attrezzata struttura ha convinto i commissari sia di maggioranza che di minoranza che il P.S. abbiatense e l’ospedale devono essere dotati di personale adeguato e predisposti a garantire in sicurezza le prestazioni che per 135 anni sono state assicurate al territorio. Non quindi una dependence dell’ospedale Fornaroli di Magenta, non un “cronicario” come invece prospettato nel Poas, ovvero il Piano di Organizzazione Aziendale Strategico, il documento che definisce la nuova struttura organizzativa dell’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst). In questo documento risultano potenziati solo alcuni servizi, come il piede diabetico e l’oculistica e si prevede un reparto di riabilitazione ma l’ospedale sembra perdere la sua identità, perché come ha ricordato il consigliere Carlo Borghetti (Pd) “se alla margherita continui a togliere petali, non sarà più un fiore”, così l’ospedale a furia di perdere pezzi non sarà più tale ma un poliambulatorio e una postazione con soltanto alcuni servizi sanitari nonostante l’importante, recente investimento di decine di milioni di euro per dotare la struttura di spazi e attrezzature all’avanguardia. Proprio pochi giorni fa ancora una volta sono stati eseguiti interventi in videoconferenza mondiale, dalle sale operatorie del Cantù perché all’avanguardia, contrariamente a quelle di Magenta, in contraddizione con quanto da tempo segnalato, ossia che è diventata norma però eseguire qui solo interventi minori, di tipo ambulatoriale nonostante Abbiategrasso vanti una struttura modello. Lo ha detto chiaro in commissione Roberto De Corato (FdI) che ha rimarcato di aver trovato “una struttura come ce ne sono poche in Lombardia”, niente a che vedere con i P.S. malmessi dei più importanti ospedali di Milano. De Corato ha trovato “incomprensibile” la scelta di chiuderlo di notte e si è rammaricato che l’assessore regionale Gallera, presente poco prima in aula, se ne fosse andato invece di rimanere e confrontarsi sull’argomento. Nelle interviste che abbiamo effettuato subito dopo, tutti, ma proprio tutti hanno motivato senza tentennamenti la convinzione che l’ospedale Cantù dev’essere ripotenziato. Intanto Sindaci e Movimento del Malato non abbassano però la guardia, preoccupati dalle voci della chiusura del laboratorio analisi cliniche, presenza essenziale per il P.S. e per il funzionamento dell’intero ospedale. In diversi lamentano che la struttura abbiatense sia stata depauperata di apparecchiature donate per l’ospedale Cantù e spostate a Magenta e ritengono irriguardoso “il portare via risorse non rispettando la volontà delle persone che hanno donato”. L’attenzione per le decisioni che la Giunta regionale prenderà riguardo alle sorti del Cantù rimane alta sia tra i rappresentanti delle istituzioni locali che tra i cittadini, pronti a combattere come leoni per difendere il proprio ospedale. E.G.
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