ABBIATEGRASSO – Giovedì 2 marzo Luciana Lamorgese, nominata di recente Prefetto di Milano, ha convocato i sindaci dei Comuni dell’area metropolitana per prendere accordi sull’accoglienza profughi. Un approccio ‘morbido’ per non arrivare a dover imporre numeri e condizioni. Lo conferma il sindaco Arrara che con i colleghi dell’hinterland ha partecipato all’incontro: “Il nuovo Prefetto si è posta in modo positivo, con una modalità collaborativa, ha chiesto ad ogni comune di cominciare a fare uno sforzo e di ospitare almeno 5-10 migranti possibilmente entro l’estate, per riuscire a rispettare le richieste del governo. Non vuole arrivare a imporre nulla e non vuole gestire in emergenza come potrebbe succedere con l’arrivo di un numero maggiore di sbarchi. I Comuni della Città Metropolitana sono 134, ad ogni Comune spetta la quota del 2,5 per mille abitanti, ad Abbiategrasso quindi ne spetterebbero 89. Al Comune non costerà nulla, se non trova alloggi deve rivolgersi a privati poi si faranno bandi direttamente o tramite la Prefettura per trovare cooperative che gestiscano questa emergenza, tutte le spese saranno a carico dello Stato. Siamo in attesa anche di conoscere le normative che permetteranno ai profughi di svolgere lavori di pubblica utilità”. Intanto però Lega e Fratelli d’Italia dicono no alle richieste della Prefettura e intendono tutelare i sindaci lombardi che non intendendo accettare i profughi rischiano una denuncia. Il governatore Maroni ha annunciato che è allo studio un bonus finanziario per i sindaci anti clandestini. Le Amministrazioni dell’area metropolitana sono obbligate all’accoglienza, le regole per “l’avvio di una ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e dei rifugiati sul territorio nazionale” contenute in una circolare del Ministro Alfano prevedono a loro volta anche incentivi importanti per i Comuni più ‘accoglienti’, in accordo con Anci. Due atteggiamenti opposti, si profila all’orizzonte uno scontro istituzionale che sta coinvolgendo anche Comuni vicini, come Vittuone e Marcallo, dove i sindaci si dicono pronti a incatenarsi per protesta, perché ritengono che si tratti per lo più di clandestini e non di profughi. Intanto l’ass. Cameroni ha incontrato venerdì sera a Robecco i rappresentanti dei Comuni dell’abbiatense: “Hanno presenziato numerosi rappresentanti dell’Abbiatense e del Magentino che avevano partecipato all’incontro con il Prefetto insieme al sindaco Arrara e condiviso la volontà di governare il processo piuttosto che subirlo dall’alto. Il messaggio del Prefetto è stato chiaro: solo la collaborazione può far evitare arrivi massicci. Si è stabilito di richiedere un breve periodo di proroga nel quale consentire alle amministrazioni di confrontarsi sull’ipotesi di avviare esperienze di SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, ndr) rivolte a numeri limitati di migranti in fase di seconda accoglienza, quindi soggetti con le carte in regola, già titolari di una forma di protezione internazionale. A fronte dell’impegno ad una progettualità seria e condivisa, volta ad una positiva integrazione e appoggiata ad enti gestori affidabili, si chiederà al Prefetto di salvaguardare il nostro territorio da arrivi numerosi e imposti dall’alto, come è avvenuto in altri comuni anche a noi vicini. Per i progetti di SPRAR non è previsto alcun carico economico per i comuni e le tempistiche non sono brevi, sicuramente non prima dell’autunno. Nessun inutile allarmismo, quindi, ma la conferma di una seria riflessione in corso a livello territoriale con la doverosa attenzione al problema dei migranti, senza però trascurare la realtà locale e la sua effettiva possibilità di accoglienza e integrazione”. E.G.
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