ABBIATEGRASSO – Si è tenuta giovedì 11 la Commissione Consiliare per discutere del raddoppio della ferrovia da Albairate, il prolungamento della S9 previsto e finanziato fino ad Abbiategrasso entro il 2026. Un primo step del raddoppio di tutta la linea Mi-Mo. All’incontro erano presenti anche rappresentanti dell’associazione Mi-Mo-Al. Il sindaco Nai ha annunciato che sarebbero stati mostrati progetti e documenti che raccontano quanto è stato fatto per il raddoppio, atteso da 25 anni e che necessita ora, in vista della realizzazione entro il 2026, di una progettualità condivisa con Trenord. L’ass. Albetti, supportato da puntuali interventi dell’arch. Ambrosini, ha percorso le tappe dal 1993 ad oggi. Risale al 1995 il progetto Italfer con soluzione a raso e alcuni interventi sui passaggi a livello, l’arch. Ambrosini ha illustrato le immagini di documenti protocollati e altre ritrovate in archivio in ordine sparso, ipotesi e non parti di un progetto vero e proprio. Una diapositiva, ad esempio, mostrava l’attraversamento del Naviglio Grande e il raddoppio a raso nei pressi dell’Annunciata, con un sottopasso all’altezza dei distributori di via Papa Paolo VI, senza più l’attraversamento di via Volturno, sostituito da una passerella ciclo pedonale. Un altro sottopasso era previsto sotto la ferrovia in zona Castello e una rotatoria davanti alla stazione, soluzioni che presentavano diverse criticità. In via Galilei, zona considerata ancora più delicata in uno spazio già limitato, era prevista la chiusura di via Giramo e un sottopasso con una brusca discesa e altrettanto ripida risalita. In via Maggi passaggio a livello chiuso e sottopasso ciclopedonale. L’ass. Albetti ha ricordato che l’11/7/2000 il Consiglio Comunale si è espresso contro il raddoppio a raso, era sindaco Ceretti, si proponeva in alternativa l’esternalizzazione della ferrovia portando i binari da Mendosio al quartiere Mirabella per chiudere tutti i passaggi a livello e perché si prevedeva un robusto traffico di treni merci. Già si pensava di consultare la cittadinanza, quando nel 2002 arriva la proposta del collegamento Milano-Malpensa e il comune di Abbiategrasso chiede tutta la tratta e soluzioni appropriate per l’attraversamento cittadino. Nel dicembre 2002 il Consiglio Comunale propone 2 ipotesi: l’esternalizzazione da Mendosio a 6 metri dal suolo con ponte in diagonale sul Naviglio e congiungimento al quartiere Mirabella; stazione in località Bruciata di Albairate e interramento in città. Alcune immagini hanno mostrato la soluzione che prevedeva di mantenere la stazione in centro con una navetta che facesse la spola tra il centro e la Bruciata. Sull’ipotesi di interramento a meno m. 5,40 poi ridotti a m. 3,50, a luglio 2003 la Giunta ha espresso dissenso in quanto nel 2002 aveva incaricato il Politecnico di verificare l’ipotesi di interramento da 5,40 a 7 metri, ricevendo un parere tecnico di fattibilità. Il seminterramento a 3,50 viene quindi rifiutato e Regione Lombardia il 30/9/2003 recepisce il rifiuto del comune di Abbiategrasso e delibera il raddoppio in 2 fasi, la prima da Milano alla Bruciata e poi dalla Bruciata a Parona con possibilità di interramento a 5,40 nel centro storico di Abbiategrasso. Dopo 3 anni, nel 2006 il Ministero dà l’ok al Cipe per la realizzazione della prima fase di raddoppio. Nel 2015 la Regione individua Abbiategrasso e Vigevano come punti di velocizzazione di interscambi e prevede interventi sulle stazioni. Interviene a Vigevano, ad Abbiategrasso si vuole ripristinare il 3° binario e fare un sottopasso ma si interrompe il tutto, secondo Albetti, quando si chiede il prolungamento dell’S9, ora previsto entro il 2026 essendo stato inserito nel Pnrr. Una lettera del Ministero inviata a Rfi e alla Regione chiede un raddoppio a raso e un percorso condiviso con le amministrazioni locali. Il cons. Cattoni (Cambiamo Abb.) ha espresso preoccupazione per i tempi sempre più stretti, ha chiesto di sollecitare Regione e Rfi e di ascoltare il portavoce di Mi-Mo-Al. Pusterla (Abb. Merita) ha elogiato l’escursus proposto ma ritiene che “4 anni sono un tempo impensabile per realizzare il raddoppio”. Tarantola (Ricominciamo I.) ha invitato a “non accettare decisioni dall’alto”. Paolo Zorzan, tecnico ferroviario, ha puntualizzato: “La tratta Albairate-Abbiategrasso sarà raddoppiata con un binario affiancato all’attuale per ca.5 Km. e prevede la soppressione di tutti i passaggi a livello. Dovendo chiudere quello di viale Mazzini, si può ovviare con un sottopasso di 3 m. per le auto e un altro per i pedoni”. L’intervento di Franco Aggio di Mi-Mo-Al è stato inequivocabile: “Il raddoppio è previsto solo a raso, se Abbiategrasso pensa di modificare questo assunto di partenza, non si farà nulla. Per sostituire i passaggi a livello non è obbligatorio intervenire nello stesso posto, è possibile farlo a monte o a valle, con 2 sottopassi o sovrapassi. Per il raddoppio Albairate-Abbiategrasso i tempi sono strettissimi e il progetto è già a buon punto, sono stati stanziati per questo tratto 3,5 milioni di euro, se nel 2006 non è terminato e operativo, si devono restituire i finanziamenti all’Europa, quindi o il territorio si attiva o l’opera non si fa. Rfi e   Comuni sono gli unici responsabili, è un’occasione da non perdere per la seconda volta”.  Se così fosse, se si tornerà a chiedere l’interramento e si temporeggerà, si perderà anche questa occasione, forse l’ultima per avere un collegamento ferroviario decente, e sarebbe intollerabile. E.G.