ABBIATEGRASSO – Sabato 23 febbraio nella Basilica di Santa Maria Nuova il concerto offerto dal Rotary Club Abbiategrasso per festeggiare il 114° anno del sodalizio internazionale che, con i suoi “service”, aiuta a risolvere molti problemi come quello dell’eredicazione della polio, ha fatto riscoprire un compositore raffinato di grande valore. Felice Lattuada è stato introdotto, con le sue stesse parole, dal violinista Piero Gjikondi: “Forse nella pianura lombarda non esiste un paesello più minuscolo di Caselle. Poche case di contadini, il fabbro, il falegname, il ciabattino, due osterie e un fittabile che, nella mia fantasia infantile, era come il padrone di tutti….” Un’autobiografia che racconta di questo bambino figlio di maestri, a cui il padre trasmette la passione per la musica. Maestro a sua volta, lascia l’insegnamento per approfondire la sua grande passione e il concerto è iniziato con la sua prima romanza, presentata con la richiesta di ammissione al Conservatorio. Un “Maestro di casa nostra” quindi, che grazie alla bravura di Gjikondi e di Eugennia Canale al pianoforte, ha emozionato il pubblico dall’inizio alla fine. Così come all’inizio quando ha sinteticamente rammentato la storia del Rotary e le numerose iniziative che servono a realizzare progetti utili alla collettività, il presidente Carlo Andrisani ha chiuso la serata, dopo i ripetuti, meritati, calorosi applausi ai musicisti, con i doverosi ringraziamenti. Ed è a questo punto che una signora del pubblico, incantata dalla musica ascoltata, ha bisbigliato alla vicina: “Domani vado a Morimondo a lasciare un fiore sulla tomba di Felice Lattuada”. Un omaggio spontaneo, romantico, che meglio di tante parole descrive le emozioni suscitate dal concerto. E.G.
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