ABBIATEGRASSO – “Che cos’è la violenza sulle donne? Spesso la associamo allo stupro, al femminicidio, ma la prima vera violenza sulle donne sono le leggi“. Così inizia l’orazione di Valeria Palumbo: giornalista e autrice del libro “Non per me sola”, in occasione del primo appuntamento della tre giorni intitolata “Fai la differenza” organizzata da Iniziativa Donna, La Salamandra associazione e L’Altra libreria. Il clima che si è respirato domenica 20 settembre non si sentiva da un po’ nel torpore di Abbiategrasso. Tre appuntamenti per fare davvero la differenza e aprire (finalmente) gli occhi su certe tematiche, non a caso il sottotitolo cita: emancipazione, studi di genere e scelte non conformi. Le leggi che propugnavano una violenza sulle donne erano due: dal codice penale, la 587 “Omicidio e lesione personale a causa di onore” e la 544 “Delitto d’onore e matrimonio riparatore. “Secondo queste leggi italiane, la donna è una cosa che si possiede e se consideriamo che sono state abolite poco meno di 40 anni fa, gli eventi accaduti a Caivano nelle scorse settimane non solo sarebbero stati approvati dalla legge, ma dimostrano come ad oggi siamo ancora figli di quella mentalità“. Ma la violenza sulle donne non è circoscritta solo alla violenza fisica, per esempio la maternità non scelta, ma anche il diritto all’istruzione: “Pensate che non solo la differenza di salario era tra insegnanti uomini e donne, ma anche tra insegnanti di scuole maschili e femminili; insomma, chi dava istruzione alle bambine veniva pagato meno, perché quell’insegnamento a quelle ragazze aveva meno valore“. La violenza anche come non riconoscimento del desiderio sessuale femminile relegato ad una malattia: l’hysteria. “La violenza le donne la subivano anche solo camminando sole per strada. Dopo che la legge Merlin aveva abolito i bordelli e le case di tolleranza, le donne che giravano sole potevano essere arrestate perché scambiate per lavoratrici sessuali e quindi arrestate“. La paura del camminare sole è ancora fortemente presente, per questo bisogna continuare a raccontarsi queste storie per non smettere di parlarne. Un intervento da pelle d’oca seguito da uno spettacolo crudo e reale nella sua complessità narrativa a cura della compagnia teatrale lattOria con protagonista Chiara Boscaro e la regia di Alessia Gennari. La storia di Franca Viola, la prima donna che si oppose al matrimonio riparatore dopo essere stata stuprata, la prima a dire “no”, una negazione che riecheggia negli anni e arriva ad oggi per dirci di non smettere di lottare, perché ancora oggi esistono diritti e libertà negate”. Ilaria Scarcella
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