ABBIATEGRASSO – Durante i 5 minuti a disposizione prima di affrontare l’ordine del giorno del Consiglio comunale del 5 luglio, il consigliere comunale Domenico Finiguerra, capogruppo di Cambiamo abbiategrasso, ha parlato dei fanghi tossici utilizzati anche su terreni abbiatensi. “E’ notizia confermata in questi giorni – ha detto – che sono tre mila gli ettari di terreno agricolo avvelenati dalle 150.000 tonnellate di fanghi tossici, commercializzati dalla società bresciana Waste To Energy (WTE). In Lombardia, e non solo, la catastrofe ambientale coinvolge 176 aziende sparse su 78 Comuni tra cui Abbiategrasso. Dalla cronaca emerge che la società bresciana non solo non sottoponeva i fanghi tossici al trattamento di depurazione e li smaltiva sui terreni agricoli, classificandoli ufficialmente come ‘gessi di defecazione’ ma li addizionava anche con altri inquinanti come l’acido solforico. Certo, bene l’impegno di regione Lombardia che punta all’approvazione di una legge che preveda il tracciamento dei gessi di defecazione. Ma non basta. E’ necessario che gli organi preposti al controllo si attivino attraverso monitoraggi sul campo, perché le denunce dei cittadini che negli anni hanno lamentato la presenza di nauseanti odori provenienti dai campi ‘fertilizzati’ non rimangano voci al vento. Ma ancora è necessario rivedere la ratio di una legislazione nazionale che espressamente, all’art. 41 del Decreto Genova, enuncia un principio raccapricciante ‘al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi da depurazione’, è possibile aumentare da 50 a 1000 mg/kg il limite per idrocarburi nei fanghi, anzi a molto di più perché l’art. 41 prescrive che per gli idrocarburi, a differenza di tutti gli altri inquinanti, la valutazione venga fatta sul ‘tal quale’ e non sulla ‘sostanza secca’ (ss); e cioè sul campione diluito dall’acqua sempre presente nei fanghi (e aumentabile al momento dell’esame): di modo che 1000 sul ‘tal quale’, in realtà, significa 8.000, e oltre, sul secco. Non sappiamo più dove buttare i rifiuti e si inventano soluzioni degne della nota di Naron di Isaac Asimov ‘Razza di idioti’. E’ inutile sottolineare che si tratta di un danno di proporzioni enormi ed incalcolabili, basti pensare che per procedere alla bonifica sarà necessario rimuovere i primi 30 cm di terreno che su un’area di 3.000 ettari significa sbancare 10 milioni di m3 di materiale e non conosciamo ancora se e quali siano i danni causati alle falde acquifere. I costi delle bonifiche saranno con tutta probabilità superiori ai 12 milioni di euro sequestrati alla società WTE mentre i danni provocati sino ad oggi sono irrisarcibili in termini di salute pubblica, di indotto turistico e di riconoscimenti, giova ricordare che il nostro territorio, il Parco del Ticino, è interamente in area MAB, classificato riserva della biosfera dall’UNESCO. Chiedo al Sindaco Nai:- di relazionare al più presto il consiglio Comunale circa l’estensione dei fondi interessati dalle sostanze inquinanti essendo notizia pubblica che ai Sindaci dei Comuni coinvolti è stata notificata dai Carabinieri di Brescia la comunicazione con l’elenco dei campi inquinati; – di attivarsi perché le bonifiche vengano eseguite con estrema celerità relazionando il Consiglio Comunale circa i tempi e le modalità di bonifica con indicazione dell’entità degli oneri e a carico di chi; Chiedo al sindaco e a tutto il Consiglio comunale l’impegno a nome dell’Amministrazione comunale di costituirsi parte civile nel processo penale”. Il sindaco Nai, sollecitato dal cons. Finiguerra, ha poi informato di aver ricevuto “il 22 giugno una nota informativa dai Carabinieri Forestali di Brescia ma trattandosi di un procedimento penale in corso, le informazioni sono riservate, sono state comunicate anche all’Arpa regionale, non viene data notizia di quantitativi e di quali terreni si tratta. Arpa farà dei sopralluoghi e sta preparando i protocolli che presto conosceremo. Vogliamo sapere al più presto in quali forme il nostro territorio è coinvolto”. E.G.
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