ABBIATEGRASSO – L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, a cui era indirizzata la lettera dei Sindaci dell’abbiatense, pubblicata la scorsa settimana a pag. 3, risponde: “Il Decreto Ministeriale 70 del 2015 definisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. In particolare prevede la presenza dei pronto soccorso negli ospedali in base a determinati requisiti: bacini di utenza compresi tra 80.000 e 150.000 abitanti (sono previste eccezioni per aree di montagna e isole); tempo di percorrenza maggiore di un’ora dal centro abitato al Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di riferimento; numero di accessi annuo appropriati superiore 20.000 unità.
L’ospedale di Abbiategrasso non rispetta nessuno di questi requisiti minimi: ha accessi appropriati di PS inferiori alle 15.000 unità, si trova in un territorio di circa 80.000 abitanti circondato a meno di mezz’ora da ben 6 DEA, 5 di primo livello e 1 di secondo livello. Entro un’ora di percorrenza la notte ci sono tutti i grandi Ospedali di Milano, Niguarda, Policlinico, Sacco, Fatebenefratelli per citarne solo alcuni. Pertanto l’unico modo per riaprire il pronto soccorso di Abbiategrasso è chiedere al Governo centrale una deroga ad una precisa e dettagliata normativa nazionale.
Il PS di Abbiategrasso ha un numero di accessi costantemente negli anni inferiori ai 20.000 (poco più di 17.000 sia nel 2015 sia nel 2016). E di questi codici bianchi, sicuramente inappropriati, sono stati 3.095 nel 2015 e 3.732 nel 2016, riducendo quindi gli accessi appropriati a 14.024 nel 2015, e 13.840 nel 2016.
Inoltre l’ospedale di Abbiategrasso, almeno negli ultimi 20 anni, non è mai stato attrezzato per il trattamento delle emergenze urgenze tempo-dipendenti ed i pazienti in queste condizioni arrivati ad Abbiategrasso devono poi essere trasferiti in ospedali sede di DEA, ovviamente con il ritardo durante la notte connesso al trasposto.
Il bacino di utenza è di circa 80.000 abitanti, ma Abbiategrasso è nell’estremo ovest di quel territorio e molti comuni sono più vicini ai DEA dei grandi Ospedali milanesi, San Carlo, San Paolo o Humanitas che all’ospedale di Abbiategrasso. Lo stesso ospedale di Abbiategrasso è a soli 9,9 Km dal Dea di primo livello di Magenta, Ospedale attrezzato per il trattamento dell’emergenza urgenza, con Rianimazione, Cardiologia con UTIC e servizio di emodinamica che esegue angioplastica durante l’infarto 24 h, Chirurgia Generale d’urgenza, Ortopedia Traumatologia e Chirurgia della mano, Urologia, ORL, Chirurgia Plastica, Nefrologia e dialisi, Ostetricia e ginecologia con punto nascita, PS ostetrico, Pediatria con Patologia Neonatale, Endoscopia digestiva per il trattamento delle emorragie del digerente h12.
L’Azienda Regionale di Emergenza Urgenza ha comunicato anche i tempi medi di percorrenza delle ambulanze di quel territorio dal centro all’ospedale: Vigevano 10 minuti, Magenta 10 minuti, San Carlo 19 minuti, San Paolo 20 minuti, Mortara 21 minuti, Humanitas 21 minuti.
Ribadisco ancora una volta la volontà di Regione Lombardia di valorizzare l’Ospedale di Abbiategrasso per il suo importante ruolo di presidio del territorio per la popolazione anziana e la cronicità e come punto di primo intervento aperto dalle 8 alle 20.
L’ospedale di Abbiategrasso ha due strutture complesse, Oculistica e Medicina Interna, quest’ultima con un forte indirizzo sulla cronicità: Diabetologia e Piede Diabetico, Pneumologia per BPCO e centro disturbi del sonno. Sono poi presenti attività di medio-bassa intensità: Radiologia, Laboratorio Analisi, Ortopedia, Chirurgia Generale, lo stesso personale del Pronto Soccorso dipende gerarchicamente dal DEA di Magenta”, conclude l’assessore Gallera.