ABBIATEGRASSO – Lucia se n’è andata in punta di piedi, proprio come ha vissuto, schiva e modesta, un donnino esile ma un gigante di bontà. Dispensava la sua energia e generosità con canti e storielle che arrivavano al cuore e facevano sorridere gli anziani ospiti del Golgi, spesso più giovani di lei che, infaticabile, ogni giorno per molti anni, anche dopo i 90 anni, raggiungeva l’istituto pedalando con la sua Graziella, portando con sé qualche lavoretto a maglia da regalare e tanta simpatia. Era attesa da tutti a braccia aperte, durante gli 8 anni che mia madre ha trascorso nel reparto Alzheimer, ho incontrato spesso Lucia del Giotto, abbiamo cantato spesso insieme agli ospiti “Quel mazzolin dei fiori” e tanti altri allegri canti che strappavano sorrisi e facevano affiorare ricordi antichi in chi dimentica il recente. Lucia è stata ed è rimasta ‘del Giotto’, il marito poeta, un amore indissolubile, vivo anche quando l’ha preceduta in cielo. Lucia raccontava come si erano conosciuti da ragazzi, lei che, non vista, gli lanciava sassolini dalla terrazza di casa…il trasferimento ad Abbiategrasso… Un amore speciale di condivisione e rispetto. Una vita speciale in cui è prevalso l’amore per gli altri. In tanti l’hanno ricevuto e in tanti hanno partecipato quindi, grati e commossi, giovedì 27 dicembre al suo funerale celebrato nella basilica di Santa Maria Nuova. E.G.
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