ABBIATEGRASSO – La battaglia contro il virus continua e si fa sempre più dura, le emergenze aumentano, dall’emergenza sanitaria dovuta all’aumento dei contagi un po’ ovunque, all’emergenza scuola con ragazzi di ogni età sempre più in crisi come le loro famiglie. Madri che non sanno come fare ad occuparsi contemporaneamente dei figli, della casa mentre devono anche lavorare. Padri mortificati dall’impossibilità di lavorare o dalla perdita del lavoro. Anziani soli, che non possono rendersi utili con i nipoti, loro ragione di vita, reclusi dai figli che li vogliono proteggere ma costretti a vivere isolati, con la sensazione di sprecare un tempo che sanno limitato e per questo ancora più prezioso. Si guarda ai vaccini come unica strada per uscire dall’incubo. Si guarda con invidia a Paesi come Israele che stanno terminando la vaccinazione di massa, si spera che anche l’Europa si doti di tutte le dosi necessarie. Si spera che Draghi o chi per esso, riesca ad avere in Italia un numero sufficiente di vaccini ma soprattutto che funzioni l’organizzazione della somministrazione. Si spera che ci tocchi un vaccino che non provochi danni, dovuti a nostre patologie conosciute o latenti. Anche se si sta accelerando, siamo ancora all’inizio, con 6 milioni di vaccinati per una popolazione di oltre 60 milioni, con milioni di ottantenni ancora in attesa. Intanto il virus contagia sempre più giovani anche ad Abbiategrasso, come abbiamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook, i numeri dei nuovi contagiati per fasce d’età l’11 marzo dicono che la fascia più numerosa è quella che va da 11 a 20 anni. Un dato che non stupisce e che conferma le numerose, continue segnalazioni di assembramenti di ragazzi senza mascherine in vari luoghi della città, in periferia come in centro. La svolta annunciata dal Presidente del Consiglio Draghi, di un vaccino prodotto in Italia, si spera che diventi al più presto realtà, per ora solo una prospettiva che non ci deve far abbassare la guardia. Serve accelerare per uscire finalmente da un lungo periodo che si fa ancora più duro. La chiusura ulteriore di negozi e attività fino e oltre la Pasqua è un colpo tremendo, soprattutto per le categorie che hanno perso completamente o anche solo in parte il loro fatturato e che non sono stati adeguatamente o, in molti casi, per niente risarciti. Occorre però stringere i denti e, anche se stremati, darci tutti una mano, non possiamo arrenderci ora, insieme dobbiamo fare tutto il possibile per tornare alla normalità. Per riuscirci ciascuno deve fare la sua parte, rispettando innanzitutto le regole per evitare un ulteriore diffondersi del contagio. E.G.
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