CISLIANO – Convalidato il fermo per P.C., la mamma cislianese che nella notte di lunedì 8 marzo avrebbe ucciso la figlia di soli due anni. Il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi ha dunque convalidato nel tardo pomeriggio di mercoledì 10 il fermo e successivamente è scattata la custodia cautelare nei confronti della donna che attualmente si trova presso il carcere di San Vittore a Milano dopo il trasferimento dal pronto soccorso psichiatrico dell’ospedale di Magenta. Sempre nella giornata di mercoledì, in mattinata, si è tenuto il primo interrogatorio della donna, che è rimasta in silenzio e si è limitata a scrivere su un foglietto di carta di essere confusa e di non ricordarsi nulla. Il legale della donna, Ilenia Peotta, si è detta contraria alla decisione del gip, in quanto secondo loro sarebbero bastati gli arresti domiciliari o il trasferimento presso una casa di cura mentre la decisione di lasciarla in carcere risulta incompatibile con lo stato psichiatrico ed emotivo in cui versa attualmente la donna. Di pensiero totalmente opposto quello del gip De Marchi, secondo il quale P.C. avrebbe agito consapevolmente nei confronti della figlia e con premeditazione, con l’obiettivo di colpire il marito, come si può leggere nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che hanno così convalidato il fermo. Ad aggravare la posizione della donna sono stati i ritrovamenti dei diversi messaggi e post scritti su Facebook, oltre ai diversi post-it trovati per tutto l’appartamento di via Mameli a Cisliano, dove la donna sembra faccia più volte riferimento all’ultimo viaggio della piccola figlia oltre alla chiamata fatta da P.C. la notte tra domenica e lunedì 8 marzo all’ex compagno affermando che la figlia non c’era più e lui era dunque libero di dedicarsi ai propri affari. Secondo i PM e il gip, queste frasi non denotano uno stato di incapacità di intendere e volere, bensì un gesto fatto con premeditazione e lucidità come vendetta nei confronti dell’ex marito, reo di non aver voluto proseguire la relazione con lei. L’omicidio, probabilmente avvenuto per evento asfittico, per la Procura si tratterebbe di un’azione volta soltanto per colpire il compagno nella parte più vulnerabile, ovvero la piccola figlioletta. Intanto la comunità di Cisliano resta ancora sotto shock per l’accaduto, tant’è che sia il sindaco Durè sia il parroco don Mauro non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Il Comune di Cisliano ha voluto ricordare la piccola istituendo il lutto cittadino per tutta la giornata di venerdì 12 marzo, ricordando la bambina con un minuto di silenzio e raccoglimento per la cittadinanza alle ore 9.00 della stessa giornata. Mentre proseguono le indagini, la comunità è riunita nel dolore e nel silenzio del ricordo della piccola. Giacomo Menescardi