ABBIATEGRASSO – E’ emergenza Popillia Japonica nel territorio dell’abbiatense. Nelle ultime settimane tantissime le segnalazioni che riguardano questo insetto che sta causando ingenti danni alle coltivazioni, in particolare attacca frutteti (pesche, prugne, viti, luppolo, more, lamponi, mirtilli ecc…) ma anche mais e verdure. Un’invasione ormai fuori controllo, cascine e agriturismi della zona stanno subendo grandi disagi per cercare quotidianamente di far fronte a questo problema che arreca anche pesanti danni economici. In tanti sui social sono intervenuti, documentando con foto di centinaia di piante, foglie e frutti martoriati, e postando anche dei video, come quello di Angelo Pasini, che riprende le trappole installate nella zona (ciascuna numerata) ma che, evidenzia Pasini, spesso non vengono svuotate. Un altro cittadino abbiatense, Pietro T., scrive: “A me sembra che il problema Popillia Japonica non è più da monitorare, ma da intervento urgente e risolutivo. Camminando per le nostre campagne, mi sono accorto che la Popillia sta divorando di tutto e di più, inoltre si stanno accoppiando e il numero di questi insetti sarà da qui a poco indistruttibile. È dal 2014 che la Popillia è presente nel nostro territorio, e ogni anno aumenta di numero, siamo nel 2019 e ancora si sta monitorando! Aspettiamo la desertificazione per intervenire? Le autorità vogliono foto, indirizzo, e piante colpite dalla Popillia per intervenire. Ormai ovunque è presente anche nei balconi delle case, cosa dobbiamo segnalare? Siamo in allarme Popillia Japonica”.
Un’emergenza, definita un vero “flagello” da chi lavora in cascine e agriturismi, che necessita di un intervento più incisivo e risolutivo, perché la situazione è molto grave. Sulla propria pagina Facebook, Agrinaviglio, azienda agricola sull’alzaia Naviglio Grande ad Abbiategrasso, scrive: “Non ne abbiamo più scritto, non perché l’‘Attila dell’agricoltura’ sia sparita, ma perché non vogliamo appesantire con troppi bollettini sulle fatiche quotidiane per ridurre quanto più possibile i danni da parte di questo nuovo coleottero distruttivo. Le popolazioni di Popillia sono fortunatamente diminuite in numero (meno rispetto ai giorni scorsi, quando si parlava di milioni di individui!), ma se ne trovano ancora molte praticamente su tutte le coltivazioni…. Continua la rimozione manuale… Ovviamente i mirtilli sono i sorvegliati speciali, sempre presidiati e controllati (e raccolti) uno ad uno. Le susine che siamo riusciti a salvare sono meno di 1/3 della produzione,pesche e nocipesche praticamente tutte perse (sui 60-100 kg previsti ne abbiamo salvate meno di 3kg), l’uva è una scommessa (forse si salverà solo l’uva fragola), il mais è ad alto rischio e gli orti sinergici sono già devastati (forse più avanti riusciremo a raccogliere qualche pomodoro e radicchio). A fine stagione avremo anche un primo bilancio sulle piante morte.
Il prossimo ciclo di devastazione da parte della Popillia sarà da parte delle larve: crescono sotto terra e si nutrono di radici, e poi di nuovo l’adulto…
È una guerra e, come bio e agricoltura naturale, siamo in prima linea con arnesi spuntati, esasperati forse più del disinteresse generale che degli ingenti danni subiti. Ma non molliamo e continueremo a non cedere alla chimica”. Così si legge in un post della Cascina Poscallone: “La Popilia Japonica ha divorato viti e susini, adesso addenta lamponi e melanzane; la sto raccogliendo a mano e sto usando le trappole, ma mi pare di svuotare il mare col secchiello…” In foto il secchio pieno di insetti (il raccolto di una mattinata), pubblicata dalla stessa Cascina Poscallone lo scorso 11 luglio.
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