ABBIATENSE – Il Parco del Ticino spiega gli interventi fatti attraverso un comunicato: “Popillia japonica Newman (Coleoptera Rutelidae) è una specie originaria del Giappone, ma è presente in altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti. In Europa era nota solo nelle Isole Azzorre (Portogallo), mentre non era presente in Europa continentale prima del suo ritrovamento nell’estate del 2014, in alcuni comuni della zona centro-settentrionale della Valle del Ticino. Per gli ingenti danni economici che può provocare è considerata dalla normativa fitosanitaria un organismo nocivo da quarantena”. Cosa si sta facendo per contrastarla? “Come negli scorsi anni il Servizio fitosanitario di Regione Lombardia si è attivato per monitorare le popolazioni dell’insetto e controllarne la diffusione. Infatti, a partire da fine maggio, i tecnici di ERSAF hanno collocato nell’area focolaio due tipologie di trappole: quelle a cattura, costituite da barattoli gialli e verdi con speciali ali che attraggono e catturano un gran numero di adulti del coleottero, sia maschi che femmine e quelle costituite da una struttura formata da un treppiede ricoperto da una rete spruzzata con un prodotto insetticida. Gli insetti vengono attirati verso la trappola dall’attrattivo posizionato al centro della struttura e vengono intercettati dalla rete, il contatto consente l’assorbimento di minime quantità di insetticida di cui è intrisa. La perdita di vitalità non è immediata, ma consente all’insetto di volare e muoversi ancora per qualche minuto. Per l’utilizzo di questo tipo di trappola i Servizi fitosanitari di Lombardia e Piemonte hanno chiesto e ottenuto una particolare autorizzazione dai Ministeri della salute, dell’ambiente e dell’agricoltura. Entrambi i tipi di trappola sono strumenti molto efficaci, ma devono essere utilizzati esclusivamente nell’ambito di strategie territoriali. Il loro potere attrattivo è superiore alla capacità di cattura e così una trappola collocata all’interno di un orto o di un giardino richiama insetti da centinaia di metri con la conseguenza di aumentare notevolmente il danno a carico della vegetazione presente, foglie, fiori e frutti. Il Servizio fitosanitario chiede quindi la collaborazione di tutti i cittadini perché le trappole non vengano spostate, sottratte o manomesse. I tecnici del Servizio fitosanitario si occuperanno della loro manutenzione. Il Parco del Ticino, che collabora con il servizio fitosanitario fin dal primo ritrovamento di Popillia japonica, è impegnato nelle azioni di sensibilizzazione e informazione”. Cosa possono fare i privati?  “Gli interventi che possono essere effettuati dai privati consistono nella riduzione della presenza degli adulti, anche perchè le uova e conseguentemente le larve potrebbero essere deposte in terreni lontani dalle piante sulle quali gli insetti si alimentano. Si può optare per una o più tra queste alternative: controllo manuale: facendoli cadere in una bottiglia/recipiente con acqua, preferibilmente la mattina o la sera quando gli insetti sono meno mobili; spruzzare sulle piante un prodotto a base di olio di neem (principio attivo: azadiractina), ammesso anche in agricoltura biologica e acquistabile nei negozi di giardinaggio oppure on line, che ha funzione repellente per l’insetto;  utilizzare reti anti-insetto a protezione delle piante”. Il comunicato rimanda poi al sito dell’Ersaf e ai seguenti contatti per avere maggior informazioni: popillia@ersaf.lombardia.it – popillia@parcoticino.it.