ABBIATEGRASSO – Due donne che probabilmente non si conoscevano, accomunate solo da una coincidenza, il giorno, lo stesso, in cui sono state ritrovate morte nelle loro case ad Abbiategrasso. Nel pomeriggio di giovedì, dopo le 17 si è sparsa la notizia che qualcosa di angoscioso stava succedendo in viale Mazzini. Immagini postate sui social dell’intervento in corso dei vigili del fuoco, l’autoscala per raggiungere il quarto piano del palazzo adiacente alla chiesa del Sacro Cuore, la presenza di un’ambulanza, dei carabinieri e della polizia locale facevano pensare al peggio. E così è stato purtroppo, una volta entrati nell’appartamento segnalato dai vicini perché abitato da una donna sola che non rispondeva al suono del campanello, i vigili del fuoco l’hanno trovata cadavere. Di lei si sa che aveva 70 anni, che è rimasta sola dopo la morte del marito e che aveva perso un figlio in un incidente. Alle sofferenze per la loro perdita si erano aggiunte sofferenze fisiche dovute a una grave malattia. Lo stato del suo corpo al momento del ritrovamento ha fatto supporre che se ne fosse andata già da tempo, intorno a Natale. Ha lasciato un biglietto. Si possono solo fare supposizioni ma non si può non pensare che la solitudine acuisce la depressione, che favorisce anche il calo di energie, la perdita di motivazioni ad uscire, a chiedere aiuto. Tutti abbiamo quotidianamente molti impegni, ci capita di pensare, di preoccuparci di amici o vicini che non vediamo da tempo, ci ripromettiamo di chiamarli, di andare a trovarli, poi rimandiamo, a volte temendo di disturbare o per altri buoni motivi, poi improvvisamente scopriamo che è tardi, quella persona non c’è più. Quando lo scopriamo, vorremmo aver detto, aver fatto qualcosa e in quel momento provando sgomento, tristezza, frustrazione, ci riproponiamo di avere più attenzione per chi ci sta intorno, di osservare meglio i segnali che ci vengono inviati, sia che vogliano richiamare con insistenza la nostra attenzione, sia che si tratti di mutismo, isolamento e assenze sempre più lunghe. L’altra donna, 65enne, anche lei vedova, con un figlio lontano, è stata trovata la mattina dello stesso giorno dalla sorella che, preoccupata perché quel giorno non rispondeva al telefono, ha voluto che fosse aperta la porta dell’appartamento e l’ha trovata a terra, priva di vita, stroncata da un malore. Uno choc, un dolore improvviso e devastante per i suoi parenti, tante domande che affollano la mente e che forse rimarranno senza risposta. La cronaca ci pone spesso, con crudezza di fronte a fatti che ci turbano, che ci interrogano, che ci fanno riflettere sui nostri comportamenti, sul modo di relazionarci con il prossimo, con chi vive fisicamente vicino a noi ma di cui ci accorgiamo poco, che sentiamo a volte più lontano degli amici virtuali che incontriamo sui social. L’Eco della città si ripropone di approfondire tematiche sociali che ci riguardano, che ci vengono segnalate anche attraverso i social, pensiamo di intervistare chi ha competenze professionali, offrendo spunti di riflessione, anche provocazioni con cui i lettori possano interagire, con lo scopo di avere, tutti quanti, più strumenti per affrontare quel che ci accade. Insieme si affronta meglio qualsiasi dolore, mentre l’indifferenza e la solitudine possono uccidere. E.G.
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