ABBIATEGRASSO – Giovedì 28 gennaio 2016 si è tenuta presso la sala consiliare del Castello Visconteo la conferenza sul tema del gioco d’azzardo relativamente al progetto Comunità in gioco, al quale aderiscono 15 Comuni del Distretto. Ha introdotto l’incontro il sindaco di Rosate Del Ben illustrando l’iniziativa per contrastare il problema della ludopatia e spiegando che il progetto, nato in una riunione del tavolo politico del distretto relativo alla Normativa Regionale sul gioco d’azzardo lecito ed inserito come obbiettivo principale, è stato considerato innovativo rispetto ad altri e perciò ha ricevuto il finanziamento di circa 50.000 euro. Deborah Novi dell’Ufficio di Piano ha indicato le finalità: mappare il territorio per capire le modalità di sviluppo del fenomeno; sensibilizzare la comunità rendendola consapevole dei rischi come l’indebitamento; formare gli operatori dei servizi i volontari, le forze dell’ordine sulla problematica specifica fornendogli competenze adeguate sul fenomeno, con l’aiuto di psicologi, operatori, associazioni e con particolare attenzione alla formazione dei negozianti; condividere le politiche per intervenire in modo omogeneo sul territorio. Indispensabile l’apporto di Ascom per la mappatura e la formazione degli esercenti. La campagna di sensibilizzazione è partita prima di Natale e proseguirà fino ad oltre l’estate attraverso slogan, serate a tema, opuscoli informativi, eventi, feste di paese con banchetti per diffondere i contenuti del progetto. E’ seguito l’intervento appassionato dell’Assessore alle politiche sociali di Abbiategrasso Graziella Cameroni che ha sottolineato quanto sia importante l’azione coordinata dei Comuni insieme a partner locali ed esterni che rendono più efficace l’intervento. “Il problema va affrontato insieme perché, nonostante la crisi economica, dai dati che provengono dagli assistenti sociali e dai centri di ascolto, il gioco d’azzardo cresce ed è un problema grave perché la criticità si riverbera in modo forte sul soggetto, per questo è necessaria un’azione trasversale. Lo spirito è quello di costruire una comunità consapevole, che faccia rete e che abbia l’operatività e la capacità di contrastare e leggere il fenomeno, cogliendo aspetti sociali, psicologici e sociologici. La società deve diventare più responsabile e gli amministratori locali sempre più attenti in modo da supportare le forze dell’ordine e la magistratura che operano contro il malaffare e le mafie. Il fenomeno abbraccia tutte le età; i giovani sono prede più facili, per questo sono importanti gli incontri con le scuole. La sfida andrà oltre questo progetto operando un cambiamento culturale a partire dalla famiglia, fornendo quella cassetta degli attrezzi che faccia in modo che ogni ragazzo cresca solido e strutturato. Dobbiamo incidere affinché ci sia una normativa che tuteli il cittadino, per esempio che non consenta la pubblicità a favore del gioco d’azzardo lecito”. Il Dr. Gola del dipartimento dipendenze della ASL ha puntualizzato che il gioco d’azzardo patologico coinvolge l’uno per cento della popolazione e riguarda la salute delle persone, per questo è stato inquadrato come una forma di dipendenza che coinvolge l’individuo giocatore, la sua famiglia, il lavoro. Il progetto Comunità in gioco rappresenta un intervento di prevenzione, di cura e di animazione della comunità. L’ASL si è evoluta attivando diversi servizi sanitari che si basano sull’assunzione di responsabilità degli individui operando attraverso una rieducation; esistono sul territorio centri di inserimento per la presa in carico dei soggetti che devono essere curati e per le famiglie che devono essere supportate per gestire le difficoltà che la convivenza comporta. Brunella Agnelli di Ascom è intervenuta dicendo che la prima azione dell’associazione è la mappatura del territorio relativa agli esercizi commerciali che hanno slot e ha sottolineato l’importanza della formazione degli esercenti che tenderà ad una disincentivazione all’installazione delle slot, puntando sul problema della criminalità e della conseguente cattiva frequentazione del locale e su come sia facile entrare in questo circuito, ma quanto sia difficile uscirne, poiché recedere dal contratto comporta subire pressioni psicologiche e ammende. Ha affermato di non credere alla formazione per promuovere il gioco responsabile perché chi vive su questo business conta sui comportamenti compulsivi che fanno perdere la concezione del tempo e la capacità decisionale: occorre la prevenzione. Per il futuro si prevede di inserire negli esercizi commerciali attività ludiche sane che possano sostituire il gioco patologico. Molto toccante l’intervento di Alberto, coordinatore regionale giocatori anonimi della Lombardia, che ha voluto rimarcare l’importanza di dare una speranza al giocatore malato, la cui vita è devastata dal gioco patologico, anche perché, tenere il giocatore compulsivo nel territorio è deleterio per la sua famiglia e per il territorio stesso poiché porta disgregazione morale e criminalità, per questo ha espresso l’auspicio che ci sia un aiuto per il giocatore. Il sindaco Del Ben ha concluso la conferenza evidenziando che la politica deve mettere il proprio peso in progetti come questo e che non bisogna dimenticare che la battaglia per la legalità è un aspetto molto importante perché il business del gioco d’azzardo è in gran parte in mano alla criminalità organizzata. Elisabetta D’Auria