ABBIATEGRASSO – Quando la nostra città viene visitata da turisti consapevoli o anche solo da persone capitate qui per caso, la domanda è sempre la stessa: “Cos’è quella specie di rosa dei venti in mezzo al quadriportico e cosa c’entra col resto?”. Alla domanda, ci dice il nostro storico Mario Comincini, non è facile rispondere, “perché – aggiunge – quello stellone in marmo cimiteriale e di lavorazione industriale è un inserto, voluto in occasione dei restauri del 1990, senza alcuna giustificazione, né storica né decorativa. Come ebbi già modo di dire più volte, lo stellone rappresenta un intralcio fastidioso non solo per chi vuole avere una visione d’insieme del complesso monumentale, ma anche per chi intende esaminare i singoli elementi: il visitatore, osservando cotti, capitelli, archi, colonne, ha di continuo lo sgradevole disturbo visivo provocato dalle linee di fuga di questo stellone. Provare per credere, in qualsiasi punto del quadriportico, e l’elemento più mortificato resta il pronao osservato dall’apertura su via Confalonieri: mentre un occhio si alza in verticale, l’altro viene catturato a terra da un inutile gioco di linee oblique”. Che fare allora? “Allora – ci dice Comincini – proviamo a considerare l’ipotesi di rimuovere il manufatto, per il quale Sgarbi ha usato una parola… poco profumata. C’è comunque un altro aspetto oltre a quello estetico che, da solo, dovrebbe giustificare l’asportazione del lucente stellone bicolore: il pericolo che esso rappresenta per la pubblica incolumità, così che oggi si è costretti a tenerlo circondato da catenelle bianco-rosse, quelle che segnalano un pericolo, per evitare scivolate e cadute, come già avvenuto, con conseguenze immaginabili. Ci rendiamo conto? A chi viene a visitare Santa Maria Nuova diamo l’impressione di un perenne cantiere, aperto non si capisce per quale motivo e destinato a non chiudersi mai. Mai! Possiamo continuare ad accettare una situazione del genere, che tra l’altro ci fa passare per insensibili alle cose belle, mentre peraltro facciamo un gran parlare di promozione turistica?”. Dalle parole di Comincini sembra di capire che il suo non è solo un pio desiderio, che qualcosa si sta già muovendo, che sono già stati fatti gli opportuni passi nei confronti della parrocchia, trovando attento ascolto… Stiamo a vedere. Enrica Galeazzi