ABBIATEGRASSO – L’intento che anima la proposta di Luciano Provinciali è quello di valorizzare la storia di Abbiategrasso, riportando nella nostra città i reperti archeologici del periodo romano (dal I° sec. a.C. al V° sec d.C.), custoditi presso la Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Milano. “Come storico locale, essendo una guida Pro Loco ed avendo scritto dei piccoli volumi (l’ultimo in particolare su Palazzo Stampa e la sua Foresteria), i giovani del Comitato Abbiategrasso Bene Comune mi hanno chiesto un parere: cosa fare dell’ex convento dell’Annunciata, bene artistico internazionale, dato che il progetto dell’Università è sfumato quasi del tutto e anche Cracco ha lasciato? Così mi è venuta l’idea, che sottoporrò presto anche al sindaco Arrara, di destinare quegli spazi ad un Museo della città di Abbiategrasso, che racconti la nostra storia, partendo dai reperti archeologici fino, ad esempio, ad una parte dedicata alla televisione e alla radio. Come infatti non ricordare che siamo il paese della Mivar? Si potrebbe allestire anche una sala dedicata alla Siltal, con vecchi frigoriferi e lavatrici; so che la mostra delle pentole Siltal in corso Matteotti ha avuto un buon successo… Per non parlare poi – prosegue Provinciali – del Ticino. Abbiategrasso si affaccia sul fiume azzurro e c’è una lunga tradizione legata ai pescatori, i ‘ticinat’, e alle loro barche e casotte. E ancora, spade, medaglie, monete, bandiere finiti al museo Pisani Dossi”. Al Castello, Abbiategrasso aveva il proprio museo che custodiva i reperti archeologici, poi “nel 1978 la Sovrintendenza, considerando lo stato deplorevole di abbandono in cui versava l’intera collezione, riportò gli oggetti (tra cui bellissimi vasetti antropomorfi) nella sua sede, in piazza Duomo a Milano, dove tutt’ora si trovano chiusi negli scatoloni. Più volte sono stati fatti tentativi per riaverli, ma non c’è mai stato un progetto concreto. Con la realizzazione della nuova strada Vigevano – Albairate, sicuramente si troveranno molti reperti, considerando che la nostra zona è stata inserita dalla Regione Lombardia ad alto rischio archeologico. In questo senso, quindi, bisogna essere lungimiranti se non si vuole che tutti questi reperti finiscano in altri musei o collezioni private. Abbiamo un patrimonio storico e culturale prezioso, di cui però non possiamo godere e intanto le giovani generazioni non conoscono la storia del territorio in cui vivono. Se esistesse un progetto valido, magari sostenuto da Fondazione Cariplo e/o Regione Lombardia e privati (Vichi col museo della televisione, Castoldi ecc.) che hanno a cuore la storia, la Sovrintendenza potrebbe restituire agli abbiatensi il proprio ‘passato’. Per questo voglio proporre l’idea del Museo all’Annunciata… per togliere dalla polvere beni importantissimi e preziosi. Il museo potrebbe essere multimediale e interattivo. Tanti Comuni, anche più piccoli del nostro, hanno musei importanti… pensiamo ad esempio al Museo Agricolo di Albairate. Perché quindi non averne uno nostro?” chiede Provinciali. Pensando anche ad altri Paesi nel mondo, tipo Francia, Germania ma anche America, ci si rende conto che esistono tanti piccoli musei che valorizzano la storia locale, anche quando “meno ricca” rispetto alla nostra. “Infine – conclude Provinciali – anche il cippo miliario romano, rinvenuto a Robecco nel 1944, va mantenuto e tutelato. La sua storia è infatti avvincente. È stato fatto un ottimo lavoro da Comincini e dagli studenti del Pascal–Bachelet di Abbiategrasso. Dove è adesso, nel cortile del Castello, benché recentemente restaurato, non è la giusta sistemazione. Potrebbe trovar posto all’interno dell’Annunciata, in un locale apposito del costituendo Museo. Nello stesso cortile, fino a qualche anno fa c’era anche un manufatto interessante, utilizzato una volta per i cereali… che fine ha fatto? Come possiamo notare, la nostra città e il nostro territorio sono ricchi di storia, che purtroppo non sempre è adeguatamente valorizzata, né conosciuta. Avere un museo attirerebbe visitatori, con un ritorno positivo per il commercio”. L’idea di Provinciali è supportata oltre che Abbiategrasso Bene Comune, sempre presente e solidale per il “Bene” della nostra città, anche dal Ducato di Abbiate-Grasso, dalla Società degli Scrittori Latinoamericani ed Europei e dall’omonima casa editrice, di Giulio Araya e Marcela Rodriguez, che insieme a Provinciali da molti mesi creano un affiatato trio, appassionato di storia locale. “La storia è di tutti, non di un sindaco o di una Giunta, noi tutti siamo responsabili. Il nostro scopo è valorizzare la storia, perché una società che dimentica il proprio passato non ha futuro”, conclude Provinciali. S.O.