ABBIATEGRASSO – L’usanza di accedere il falò in corrispondenza del giorno dedicato a San Antonio Abate è stata in taluni casi anticipata a sabato 16 gennaio, possibilità prevista anche dall’ordinanza del sindaco che autorizzava l’accensione dei falò nei due giorni finali della settimana. Questa abitudine inizialmente pagana negli anni è stata adottata anche dalla religione cristiana e la festa del Santo si è nel tempo legata alla benedizione delle stalle e degli animali domestici, come hanno provveduto a fare le varie parrocchie di Abbiategrasso nei giorni vicini alla ricorrenza e in corrispondenza della stessa, Sant’Antonio infatti è solitamente rappresentato nella iconografia cristiana accompagnato da un maialino e dal bastone degli eremiti a forma di T. Anche presso l’oratorio San Giovanni Bosco la tradizione è stata rispettata, da anni ormai l’accensione del falò è preceduta da una “risottata” in compagnia, a cui hanno partecipato sabato sera circa 320 persone. Dopo cena, grandi e piccoli si sono riuniti nel campo laterale dell’oratorio San Giovanni Bosco dove li aspettava la grande catasta di legna sovrastata dell’immancabile fantoccio. Il falò è stato acceso, dopo una breve preghiera e benedizione, da don Leandro, per la gioia di piccoli e grandi sempre affascinati dal fuoco che lambisce la catasta creando calore, riverberi ed ombre. Non è mancata la successiva mescita di bevande calde quali tè e vin brulé e di dolcetti, per concludere la serata in convivialità e per scaldarsi anche lontano dal fuoco. C.B.
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