ABBIATEGRASSO – Andrà in scena mercoledì 31 gennaio alle ore 20.45 nei sotterranei del Castello visconteo lo spettacolo “5 centimetri d’aria”, produzione Canora in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, regia di Marco Rampoldi , all’interno della rassegna Incontroscena organizzata da Teatro dei Navigli.

L’autrice del testo dello spettacolo è una giovane donna abbiatense, Paola Ornati, 34 anni, laureata all’Università Cattolica di Milano in Lettere moderne con indirizzo “Scrittura per la scena”.  L’abbiamo intervistata per  presentarci lo spettacolo, un monologo recitato dalla talentuosa Lucia Marinsalta (nella foto) , che affronta un tema difficile, quello dei sequestri di persona ad opera della criminalità organizzata, una stagione tragica che ha segnato per sempre tante famiglie in Lombardia.  “Lo spettacolo è ambientato negli anni ’70, il testo nasce dal laboratorio teatrale degli studenti del corso di Sociologia della criminalità organizzata tenuto dal prof. Nando Dalla Chiesa dell’Università Statale di Milano. Il laboratorio, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, è stato tenuto, per quanto riguarda la parte artistica, da me e dal regista Marco Rampoldi, che è stato assistente di Ronconi e Strehler. Della parte ‘scientifica’, ossia l’indagine che è stata realizzata con rigore, sono garanti il prof. Dalla Chiesa e i suoi studenti, che hanno fornito materiale, documentazioni, articoli di giornale ma anche testimonianze e ricordi di quegli anni, chiedendo ad esempio ai propri genitori; hanno elaborato dei testi che ho unito in unico testo…  – spiega Paola – Lavorando a questo progetto mi sono resa conto che il fenomeno dei sequestri di persona, soprattutto di ragazzi e ragazze, in quegli anni rappresentava una vera piaga, sono stati 472 i casi in Lombardia tra il 1972 e il 1983 ad opera di ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra. Erano i giovani le vittime preferite, la loro scomparsa per i primi giorni suscitava meno sospetti, si poteva pensare che si fossero allontanati spontaneamente a causa di qualche litigio con i genitori… Mi sono riaffiorati tanti ricordi, la mia bisnonna quando andavo a scuola a piedi mi diceva ‘sta attenta che ti portano via’, una frase che capitava spesso di sentire in quegli anni. Ci siamo resi conto che questo tema è molto sentito, la paura dei sequestri  ha fatto parte del ‘Dna’ lombardo per anni, casi come quello di Cristina Mazzotti  sconvolsero  giovani e adulti, fecero nascere paure e preoccupazioni… Erano tutti figli di famiglie della media borghesia, a cui venivano richiesti riscatti altissimi. Il primo sequestro avvenne a Vigevano nel 1972, vicinissimo a noi, da lì in poi, in Lombardia, venne rapito un ragazzo ogni settimana… Tantissimi se si pensa che in tutte le uscite della strada Milano-Varese  è stato rapito almeno un giovane. Nel 1979, dopo il sequestro, la legge Moro mise il bastone tra le ruote alle trattative con il blocco dei pagamenti e i casi diminuirono. Alcuni giovani vennero trovati morti, come Cristina, altri mai più ritrovati. Erano tenuti in condizioni disumane, malnutriti, non curati con medicinali (Paolo Giorgetti non  sopravvisse perché gli era stato dato del cloroformio… soffriva di problemi respiratori), altri sono stati trovati con la polmonite e con segni fisici evidenti della loro sofferenza. Un piccolo ‘olocausto’ che abbiamo deciso di raccontare per ricordare le vittime. I famigliari di Cristina, che hanno fondato un’associazione, ci tengono a tenere viva la sua memoria… Altri invece hanno deciso di dimenticare.  Abbiamo intervistato il giudice Giuliano Turone, che arrestò Riina e seguì dei casi di sequestro, fu lui a scendere nella cava dove venne ritrovato il corpo di Luigi Rossi di Montelera, della Martini & Rossi. Mentre Carlo Smuraglia, il pm del processo contro i rapitori di Cristina, ci ha raccontato la sua testimonianza, tra gli aguzzini c’erano anche due donne… Abbiamo  provato schifo nel renderci conto delle condizioni bestiali a cui Cristina era sottoposta, da due donne come lei”. Lo spettacolo da chi è interpretato? “Sul palco recita Lucia Marinsalta, strepitosamente brava, allieva di Ronconi, lei è la ‘ciliegina sulla torta’ di questo spettacolo che ci viene richiesto da varie parti, anche in Svizzera dove dei ragazzi di un liceo sono venuti a vederlo e, nella replica del giorno dopo, sono tornati portando tutta la classe, questa è stata una grande soddisfazione. Sembra uno spettacolo ‘impegnativo’ ma il tono è sempre molto ‘leggero’, difficilmente lo spettatore viene sopraffatto dal senso di oppressione di quelle storie, non è una ‘discesa negli inferi’ come ci si potrebbe aspettare ma una salita… verso ‘la luna di Ariosto…’”. In quanto tempo è stato preparato? “E’ stato scritto in una settimana, messo in scena nel 2015 per il 40ennale del rapimento di Cristina. Il monologo è stato imparato in tre giorni dalla straordinaria Lucia Marinsalta”.  Uno spettacolo da non perdere, l’appuntamento è quindi per mercoledì 31 gennaio alle 20.45 nei sotterranei del Castello visconteo di Abbiategrasso. S.O.