ABBIATEGRASSO – Un colpo al cuore è quello che le immagini di distruzione e di morte hanno suscitato. C’è chi, come Angelo Tosoni dei Rugby Saints, la mattina seguente alla catastrofe causata dal terremoto delle 3.36 tra martedì 23 e mercoledì 24 agosto, quando ha ricevuto la richiesta d’aiuto dall’Arieti Rugby di Rieti, ha immediatamente contattato il consiglio direttivo della sua società sportiva e ha proposto di organizzare una raccolta di beni di prima necessità per chi, in un attimo, ha perso tutto. La condivisione è stata unanime, Tosoni già alle 14 postava il suo primo messaggio tramite i social in cui indicava lo stadio comunale come punto di raccolta degli aiuti. La mattina seguente ci andiamo. Nonostante il suo aspetto di gigante burbero, capisci subito che ha un cuore ancora più grande e che nella frase “i santi non sono solo in paradiso” che i tifosi della squadra hanno scritto su un tabellone del bar, c’è verità. Lo stadio diventa, ogni minuto che passa, meta incessante di abbiatensi che portano di tutto. Squillano di continuo anche i telefoni di Angelo Tosoni che coordina con Gaia De Bernardi, la ragazza che gestisce il bar dello stadio di via Sforza, l’arrivo degli aiuti. I locali a disposizione risultano presto insufficienti. Arrivano alla spicciolata, carichi di borse, una signora chiede se c’è bisogno anche di lenzuola e dice affranta: “Sotto le macerie è morto anche un mio cugino”. Intanto alcuni volontari dell’Avis scaricano numerose scatole di pasta, tonno, latte, Nutella e molto altro a lunga conservazione. Il presidente Gianluigi Pozzi informa “i nostri volontari donano sangue per i terremotati che non viene trasportato direttamente ma va a rimpiazzare le scorte a Rieti”. Una carovana incessante di solidarietà che stupisce per primo l’ideatore dell’iniziativa. “Non ci aspettavamo questa risposta”, dice Tosoni mentre arrivano telefonate come quella dell’associazione Vispe di Badile, che si inserisce nella raccolta. Ha chiamato la società di Rugby di Pordenone per chiedere la disponibilità dei Saints di recapitare anche quanto da loro raccolto in Friuli. Lo stadio abbiatense diventa centro di riferimento, una sorta di hub, per Corbetta, Gaggiano, Vigevano, un po’ per tutti i comuni dei dintorni. Anche la Robur di Albairate informa che sta approntando presso il centro sportivo un punto di conferimento, lo stesso fanno a Cisliano. Angelo Tosoni intanto tiene anche i contatti con la Croce Rossa per aggiornare la lista delle richieste già pubblicata e chiede di portare quanto ancora scarseggia: piatti, bicchieri, forchette monouso, coperte, assorbenti, pannolini e pannoloni, prodotti per l’igiene personale. Mentre scatoloni e sacchi si accumulano, spera che arrivino anche volontari per gestire logisticamente la raccolta. Don Leandro dall’oratorio San Giovanni Bosco manderà dei ragazzi e metterà a disposizione dei pullmini per il trasporto degli aiuti fino a Rieti. “Ci hanno detto di evitare la via Salaria per far pervenire quanto raccolto allo stadio di Rieti – afferma Tosoni – ci metteremo in cammino il prima possibile”. Nel pomeriggio del 25 agosto arriva anche la mail di adesione dell’Amministrazione comunale (pubblicata integralmente a pag. 4) alla gara di solidarietà indetta dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani che mette a disposizione il centro della Protezione Civile di via Brunelleschi. Da quel momento anche i Rugby Saints si coordinano con Intercom4, il nostro distretto della Protezione Civile. La raccolta allo stadio comunale si deve concludere perché, come annuncia un cartello sul cancello: “raccolta chiusa perché abbiamo il magazzino pieno. Andate alla Protezione Civile di via Brunelleschi 2, zona Gennara. Grazie per il vostro aiuto!” Domenica mattina ci sono comunque auto davanti allo stadio, cariche di scatolini e borsoni, quando ci si sposta alla Protezione Civile si trova il cancello chiuso e l’indicazione: “lunedì 29/08 orari 9-12, 14-19. Si accettano solo articoli di igiene personale e intima per adulti e bambini nuovi (nuovi è sottolineato 2 volte). Per lunedì i Rubgy Saints hanno in programma una prima partenza per recapitare una parte di quanto raccolto. Tosoni dichiara: “Siamo partiti all’alba grazie agli Alpini ma finché non sbloccano la strada non si possono svuotare i magazzini, ci informano da Rieti, aspettiamo il loro ok per altri invii”. Mentre subito dopo il terremoto servivano quante più persone possibili, guidati da addetti specializzati anche con cani, nella ricerca e nel salvataggio, ora che la speranza di trovare qualcuno ancora in vita è quasi nulla, servono persone specializzate nell’assistenza e nella gestione dei campi che ospitano i sopravvissuti, addetti alla messa in sicurezza di quanto ancora non è crollato. Gli italiani ora devono dimostrare la loro generosità anche nell’accogliere in modo disciplinato le indicazioni di chi coordina gli interventi. Certo la solidarietà non deve venire meno, anzi accentuarsi col passare del tempo se si vuole assicurare un futuro dignitoso e una speranza concreta a chi è sopravvissuto. E.G.
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