ABBIATEGRASSO – Una festa senza cortei, senza canti, con strade deserte e silenziose, poche persone con il volto semicoperto da mascherine, le mani da guanti monouso, l’appuntamento ai cronisti delle testate locali era per le 11 davanti al monumento dedicato alla Resistenza in piazza XXV Aprile alla Darsena. Il sindaco Nai, il presidente del Consiglio Comunale Marcantonio Tagliabue, il presidente  Gianmarco Garbi della sezione abbiatense dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), Giuseppe Cerri di AssoArma in rappresentanza di tutte le Associazioni Combattenti, la Comandante della Polizia Locale, Maria Malini, e due colleghi con il Gonfalone della città, il trombettista Mauro Bianchi della Filarmonica si sono disposti in semicerchio davanti al monumento dove è stata deposta una corona d’alloro, per rendere omaggio in particolare modo alle forze partigiane che, durante la seconda guerra mondiale, hanno combattuto contro il governo fascista e l’occupazione nazista. Mentre risuonavano le note struggenti del Silenzio, sventolava la grande bandiera tricolore con la stella al centro dell’ANPI. Il sindaco Nai si è avvicinato al monumento e dopo un momento di raccoglimento si è rivolto a tutta la comunità abbiatense che ha potuto ascoltare in diretta Facebook le seguenti sentite parole: “Cari abbiatensi, in occasione di questo 75° Anniversario della Liberazione, rivolgo a voi il mio messaggio in una forma assolutamente inusuale ed inedita, a causa dell’eccezionalità e della drammaticità del momento che tutti noi stiamo vivendo in seguito a questa straordinaria emergenza sanitaria. Nessun corteo, contrariamente a quanto sempre avvenuto in passato, e tante persone che avrebbero voluto partecipare a questo importante 75° anniversario costrette a rimanere nelle proprie case. Gli onori ai caduti e le corone posate presso i monumenti solo con la presenza di pochi rappresentanti delle istituzioni. Nessuna banda e nessuna sfilata. L’assenza forzata dei nostri ragazzi. Tutto questo mi invita ad una riflessione che vorrei condividere con voi e che penso possa attualizzare questo 25 Aprile facendo riferimento alla Liberazione, intesa come battaglia vinta, e considerando il termine  “Resistenza” nel suo più profondo significato etimologico, che rende questa giornata quanto mai viva, nonostante tutto, e fonte di tante riflessioni che ciascuno di noi potrà fare pur in assenza della consueta partecipazione ai cortei. Ecco allora che viene quasi spontaneo pensare che anche oggi, prendendo esempio dal sacrificio di chi 75 anni fa seppe resistere e vincere la dittatura, il nostro popolo, il popolo della nostra bella Italia, saprà resistere e prevalere con altrettanta forza e determinazione su un nemico invisibile e insidioso che sta mettendo a dura prova le energie fisiche ed economiche dell’intero Paese. Dobbiamo essere consapevoli che l’esempio della Resistenza rappresenta uno stimolo ed un incoraggiamento a vivere ed  affrontare la situazione presente con forza, determinazione, speranza e con un forte spirito di coesione sociale, sicuri che, facendo tesoro dalla memoria e del’insegnamento del passato, e facendo tutti la nostra parte, potremo presto ripartire e rinascere sull’esempio di chi ci ha preceduto. Per questo oggi rendiamo omaggio a tutti coloro che con il loro sacrificio hanno contribuito alla libertà del nostro amato Paese partecipando alla Resistenza,  per mantenere viva l’immagine di cosa accadde e per riportare quei giorni alla mente di chi non li ha vissuti, perché sappia cosa può succedere se non si è vigili e attenti nel tutelare e custodire gelosamente i valori della democrazia, della pace e della libertà. Per ricordare affinché non si rinnovino gli errori del passato, affinché non si ripetano gli orrori dei conflitti, affinché nella storia non siano più scritte pagine buie come quelle delle leggi razziali emanate nel 1938. Perché l’Italia possa continuare a contribuire con la sua esperienza e con l’esempio dei suoi cittadini ad un’Europa sempre più unita, e soprattutto solidale, nel segno del rispetto, della pace e della collaborazione tra i popoli”. Il piccolo drappello dei presenti si è poi incamminato verso il monumento dei Caduti di fianco alla fontana del Castello per un secondo momento istituzionale. Il sindaco ha sostato alcuni minuti anche nei pressi del passaggio a livello, davanti al cartello stradale che dedica la piazza al comandante Abele, il partigiano abbiatense Carlo Chiappa, per poi ritrovarsi intorno al monumento ai Caduti, dove il rappresentante del Bersaglieri ha effettuato l’alzabandiera mentre di nuovo risuonava il Silenzio. Qualcuno ha poi intonato  l’Inno di Mameli che ha concluso la breve ma toccante e suggestiva cerimonia. E.G.