ABBIATEGRASSO – Pubblichiamo la segnalazione di un cittadino, venditore ambulante del mercato, che chiede risposte sulle tariffe della tassa rifiuti abbiatense. Giriamo i quesiti agli interessati, in attesa di una loro risposta che pubblicheremo sul prossimo numero. “Mi rivolgo al Suo giornale – scrive G.P – con la speranza di ricevere finalmente risposta al mio quesito sulle tariffe della tassa rifiuti abbiatense applicata ai venditori ambulanti del mercato cittadino.
Sono un venditore ambulante e nel lontano novembre 2014 mandai una lettera al Sindaco Arrara, al
Segretario Comunale Guglielmini e alla società AMAGA (Azienda multiservizi abbiatense gestioni
ambientali) chiedendo di visionare le tabelle tariffarie sui rifiuti (assenti sul sito del Comune) così da poter essere puntualmente in regola con i pagamenti di mia spettanza. Dopo varie ricerche ho reperito una tabella del 2013 dove per la mia categoria, quella dei banchi di mercato beni durevoli, si prevedeva una quota fissa ed una variabile calcolate al mq, la cui somma definiva l’importo
annuale dovuto dagli occupanti fissi di una piazzola. Tuttavia, vi sono tra gli ambulanti dei mercati coloro che, come il sottoscritto, utilizzano il metodo della ‘spunta’ ossia non posseggono una postazione fissa, ma si posizionano di volta in volta . AMAGA mi comunica che per questi ultimi ci sono modalità di calcolo differenti che risultano superiori. Ora mi chiedo: perché mai? Le due modalità di utilizzo della piazzola non presuppongono, né per qualità né per quantità, diverse capacità di produzione rifiuti. Anche la tabella ministeriale non contempla alcuna
differenza tra banchi di mercato se non quella tra beni durevoli e beni alimentari.
A seguito della mia segnalazione, AMAGA mi ha ridotto l’importo dovuto, dimostrando quindi la fondatezza delle mie perplessità, ma tuttora, dopo un secondo sollecito, non sono riuscito ad ottenere una tabella che illustri le modalità di calcolo così da permettere a me e a tutti gli ambulanti operanti sul suolo abbiatense di pagare quanto dovuto senza incorrere in errori che potrebbero tramutarsi in sanzioni o esborsi in eccesso. Non è forse un dovere dell’Amministrazione comunale fornire puntualmente e correttamente le informazioni inerenti la tassazione? E non è forse un diritto del contribuente conoscere le modalità di calcolo e i parametri con le quali vengono fissate le imposte?”
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