ABBIATEGRASSO – Venerdì 11 novembre al Cinema Teatro Al Corso è stato presentato in anteprima il docufilm (un vero e proprio film) “Nero Latte”, un’opera di grande impatto emotivo perché racconta in modo del tutto nuovo e originale il viaggio ad Auschwitz che hanno fatto Carlotta, Gaia, Agnese, Paolo, Simone, Luca, Silvia, Elena, Amelie, Rosa, Sonia, Emma: sono stati questi giovani ex studenti del Bachelet di Abbiategrasso ad essere i protagonisti di questo viaggio e del racconto vivo del loro approccio al dramma di Auschwitz, coinvolgendo il numerosissimo pubblico presente in un cammino in cui ognuno di loro ha scoperto la bellezza della sua umanità. 

“Nero Latte” è stato realizzato grazie alla regia di Fabrizio Tassi, che ha portato in scena qualcosa di nuovo e in modo originale, perché ha sfidato ogni giovane protagonista ad essere se stesso e a trovare una strada sua per raccontare l’esperienza, in questo coadiouvato da Maurizio Brandalese, che da anni al Bachelet fa teatro in questo modo, sollecitando ogni ragazzo e ogni ragazza a far uscire la propria umanità.

Studenti Auschwitz

La fotografia di Matteo Ninni ha dato un tocco di bellezza allo scorrere delle immagini, meravigliosi i paesaggi e la capacità di cogliere l’espressività tipica di ogni “attore”. Tassi, Brandalese, Ninni sono stati decisivi nella realizzazione di un’opera così affascinante, ma un contributo altrettanto decisivo lo hanno dato Anna Ricotti, punto di forza della scuola, il preside Andrea Boselli, che ha contribuito fattivamente e con grande determinazione a creare le condizioni di fattibilità del progetto, il Comune e tutta l’Amministrazione, come hanno testimoniato intervenendo nella serata il sindaco Cesare Nai e il vicesindaco Beatrice Poggi, ma una parola particolare va spesa per l’ex assessore Eleonora Comelli, che ha creduto fin dall’inizio in questa iniziativa e vi si è impegnata con tutte le sue forze.

Poi bisogna citare i genitori, i diversi insegnanti, le Acli e tutti coloro che hanno sponsorizzato “Nero Latte”. Fra tutti bisogna ricordare chi sta guidando la scuola, il preside Giovanni Ferrario e il reggente Michele Raffaeli, che hanno visto in questo progetto un modo nuovo di fare memoria e lo hanno valorizzato e lo valorizzano. 

“Nero Latte” propone una nuova modalità di fare memoria, quella di documentare un cammino: nel film si vedono dei giovani che stanno di fronte alla tragedia di Auschwitz implicando loro stessi, la loro umanità, le loro fragilità. Qui sta il fascino del film, che in una società dove si tende a consumare tutto e anche il dramma diventa oggetto, i ragazzi e le ragazze di “Nero Latte” sono persone che si mettono in cammino e si lasciano interrogare da tutto, dalla lunga preparazione del viaggio fino alla sua conclusione.

Per questo è stata geniale l’idea di Fabrizio Tassi di non presentare un prodotto definito, come un dépliant della memoria, ma di raccontare persone in viaggio viaggiando con loro e lasciandosi dirigere da quello che colpiva loro. Per questo quest’opera è tutta da scoprire, ha da viaggiare ancora e tanto, per far fiorire tutta la ricchezza umana che porta dentro le sue immagini. Gianni Mereghetti