ABBIATEGRASSO – Una rappresentazione teatrale dedicata ai momenti più tragici della storia mondiale è stata messa in scena, al Teatro “Al Corso” l’8 febbraio alle ore 20.45, per tutti i cittadini.  “Non si impara a memoria”, spettacolo realizzato dal laboratorio teatrale dell’Istituto Bachelet, è tratto dal testo originale di Alessandro Treccani, il regista, il quale si è ispirato a eventi storici passati, a situazioni presenti e alle emozioni raccontate dagli studenti in merito alla Giornata della Memoria.

Tale rappresentazione è stata messa in scena da un gruppo di adolescenti, pensando ai loro coetanei e agli adulti con i quali vivono quotidianamente. Il palcoscenico si può trasformare in un mezzo per dialogare e cercare insieme soluzioni a problemi irrisolti. Sorge spontanea una domanda. Per quale motivo si celebra la “Giornata della Memoria”? Il 27 gennaio è stato scelto per ricordare la fine dell’Olocausto con la liberazione dei prigionieri presso il campo di concentramento di Auschwitz. Altri avvenimenti si sono succeduti negli anni. Altre date si sono aggiunte alla lista delle persecuzioni e delle stragi, delle guerre e delle violenze assurde.

spettacolo teatrale

Questo giorno di gennaio potrebbe rimanere una spunta sul calendario, copia-incollata ogni anno, se non vissuto come lezione per evitare gli errori commessi. Lo spettacolo di giovedì sera inizia immaginando cosa succedeva in un qualsiasi Liceo italiano nel 1938, nel giorno in cui nelle classi sono state diramate le Leggi Razziali. La vita di quei ragazzi è passata dalla noia della matematica al ricevere una pallottola segnata dalla libertà negata. Gruppi di persone hanno visto la loro vita cambiare improvvisamente, e radicalmente, per motivi assurdi. Sembrerebbe che le persone non hanno ancora compreso come usare il potere della memoria. Eppure un oggetto d’uso comune in “Non si impara a memoria” ha dimostrato d’essere portatore di ricordi da una generazione all’altra.

La scuola resta una costante della vita di ognuno. Il passare degli anni non cambia il significato di un banco di scuola. È il simbolo del primo luogo di vita sociale, di dibattito, di formazione ideologica e anche di morte. In un giorno qualunque, le persone ricevono una notizia che sconvolge il mondo. Il 1938 è stato il momento degli ebrei. Il 1968 è stato l’anno della nascita del terrorismo. Violenti scontri tra polizia e studenti nelle università riscaldano l’atmosfera nazionale insieme agli scioperi nelle fabbriche. Iniziano battaglie in tutta Italia. L’atto criminale, che ha colpito artisticamente il Gruppo di Teatro esibitosi nello spettacolo, è stato l’esplosione dell’ordigno di elevata potenza presso il salone centrale della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana a Milano, intorno alle ore 16.30, il 12 dicembre 1969. Ricordando i cittadini abbiatensi presenti casualmente al momento della strage è doveroso porgere le condoglianze alle famiglie. Il giorno 27 gennaio non dovrebbe servire solo a ricordare i disastri causati dall’essere umano, ma anche i buoni esempi.

La storia raccontata arriva a oggi. I diverbi tra gli studenti, sulle diverse interpretazioni degli avvenimenti passati e presenti, si rivelano reazioni superficiali. Nel 2024 le richieste di giustizia e le paure degli adolescenti sono molto simili a quelle dei giovani di 60 anni fa. Un dialogo fra gli attori e il pubblico, a fine spettacolo, ha evidenziato il bisogno di imparare a comunicare. Uno scambio d’opinioni tra due generazioni diverse, che si ascoltano, arricchisce entrambe le parti.

Le parole non dovrebbero essere regalate al vento, ma essere uno spunto per crescere e migliorarsi. Le congratulazioni più sentite sono destinate ai giovani attori: Doris Gjoka, Emma Pedretti, Iris Pagani, Caterina Zarra, Piero Preite, Gioia Vaccarello, Matilde De Giorgi e Francesco Pellegrino. Le musiche d’accompagnamento, alle parole e alle azioni, hanno creato un’atmosfera emozionante. Il pubblico adulto ha rivissuto il periodo della persecuzione degli ebrei, come il momento della strage di Piazza Fontana, con grande interesse. Laura Cittar