ABBIATEGRASSO – Nella sempre spettacolare cornice dell’ex chiesa affrescata dell’Annunciata, sabato 3 febbraio una serata speciale, un allestimento particolarmente elegante così come le mise degli ospiti, signore in lungo con abiti glamour, anche impalpabili come farfalle. Farfalle anche sui centrotavola con candele galleggianti circondati da ghirlande di fiori. Un allestimento di Consuelo Santoro, fioraia di corso Italia, ideatrice della serata con Kristina Caldaz, Sara Valandro, in collaborazione con l’ass. ArteGiano e Lele Granziero. Farfalle perché una farfalla è il simbolo dell’Hospice, scelta perchè ne richiama la mission che ben si rispecchia in un racconto dello scrittore e filosofo tedesco Hermann Hesse: “ La farfalla è avvolta in un abito mirabile…è emblema sia dell’effimero sia di ciò che dura in eterno. E’ un simbolo dell’anima”. L’Hospice di Abbiategrasso che ha aperto i battenti nel 1994 per far fronte all’emergenza HIV, quando la malattia con i nuovi farmaci si è cronicizzata, ha iniziato ad accogliere quanti, affetti da patologie inguaribili, necessitano di cure palliative che migliorano la qualità della vita, alleviando il dolore dei malati e quindi anche la sofferenza delle loro famiglie. Luca Moroni, direttore della struttura di via Dei Mille, ha relazionato sull’evoluzione della storia dell’Hospice ora riconosciuto da Regione Lombardia come importante partner della riforma che promuove una presa in carico innovativa, un unicum in Lombardia”, in cui viene riconosciuto all’Hospice “il ruolo di ponte tra pubblico e privato-sociale. “La cena ha lo scopo – ha continuato il direttore – di sostenere tale progetto, tutelando la qualità della vita delle persone malate fin dai primi sintomi, per pochi giorni o per anni, ben prima quindi della fase di terminalità”. Un servizio ambulatoriale, per ora sperimentale che costa ca. 90.000 € l’anno, non ancora finanziato dalla Regione (rappresentata dall’ass. Giulio Gallera, al tavolo con il sindaco Nai) deve reperire tali fondi fidando nella generosità di quanti contribuiscono volontariamente. Un appello che non cadrà nel vuoto e che è già stato raccolto da chi ha organizzato la serata. Lungo l’elenco dei ringraziamenti: oltre a Sara Valandro, Kristina Caldaz, Consuelo Santoro, Lele Granziero e Alfredo Campese, Corrado Dell’Acqua (Ass. Amici dell’Hospice), gli chef  Lele Picelli, Maurizio Biraghi, Andrea Besuschio, PortMoka, Luisa Maderna, i musicisti Francesco Palà, Angelo Calvo, Giacomo Molteni, il Comune di Abbiategrasso per l’ospitalità, le aziende: Olma, Siderinox, Valandro Group, Studio Legale PTBM, Autopiva Suzuki, Riseria Tarantola, Panificio Ballarini, Big GymFitness, Boston Class, Gabetti Magenta, Romanò Arredamenti. Ma anche i Rotary Club di Abbiategrasso e Morimondo, Jersy Foto, i volontari per la gestione del guardaroba, l’ass.AIS dei sommeliers in sala, Margherita Antonelli. Una citazione particolare agli amici di Antonio Fasani recentemente scomparso che hanno consegnato “una borsa di studio a lui intitolata con la somma che finanzierà il Master di Cure Palliative di Primo Livello presso l’Università Statale di Milano per un infermiere dell’Hospice”. Una serata, un Galà riuscitissimo, il primo di una serie, un momento conviviale  di gioia che con altre iniziative ha uno scopo nobile, unirsi, stare insieme, per contribuire a lenire la sofferenza che la malattia comporta. (Foto di Jessica Ticozzelli). Enrica Galeazzi