ABBIATEGRASSO – Un’altra grande soddisfazione per l’abbiatense Santo pagano, classe 1954, di
professione parrucchiere, assai noto in città, e con una passione per la corsa altrettanto nota, visti i
numerosi traguardi raggiunti. L’ultimo ha dell’incredibile, lo scorso 29 settembre ha partecipato alla Ultra
Mirage, in Tunisia, nel deserto del Sahara. Un percorso di 100 km in semiautonomia, cioè con un punto
ristoro dopo i primi 20 km, gli altri ogni 15 km e poi nessun ristoro dagli 80 km fino alla fine. Erano 130 i
partecipanti da tutto il mondo, Santo si è classificato 48° tra gli uomini e 58° in assoluto comprese le
donne, il suo tempo è stato 17 ore e 7 minuti. Considerando anche che era tra i meno giovani, è stato
un grande successo! E’ il 4° classificato tra i 14 italiani che hanno partecipato. “La gara è stata un
gioco al massacro, la partenza alle ore 7,00 e già la temperatura era sui 20°e il sole stava sorgendo. I
primi 20k personalmente li ho sofferti, le gambe non ne volevano sapere… Dalle 10/11circa le gambette
han cominciato a girare e ho recuperato un sacco di posizioni. Ho bagnato spesso la testa e la
bandana (meno male che c'era) ho trovato dei ragazzi che mi hanno offerto datteri appena raccolti,
buonissimi. Poi gli amici al ristoro, poi il tramonto accecante con il rischio di perdere le tracce. Il sorgere
della luna, le stelle sulla testa, la paura di perderti con il buio quando rimani solo, perché non ti
accontenti di aver raggiunto qualcuno e vuoi andare oltre e poi arrivi e… “ commenta lui stesso che ci
rivela essere stata la prima gara nel deserto a cui ha partecipato. E’ stata la gara più dura? “Per il suo
genere sì, è stata dura. Ma in assoluto la gara più faticosa è stata quella sull’Etna. Qui ho svuotato per
5 volte le scarpe, che si erano riempite di sabbia… Sull’Etna invece sanguinavano i piedi…”. Nei giorni
precedenti l’Ultra Mirage c’era stata una tempesta di sabbia che aveva reso il percorso ancora più
sabbioso, la prima parte infatti è di sabbia battuta per 20 km, poi c’è un breve tratto di asfalto e poi solo
una grande distesa… E’ importante restare concentrati, nonostante la stanchezza, il caldo (42°
all’ombra, che non c’era…), e seguire le indicazioni del percorso (essendo tutto uguale) segnato con
sacchi color arancione ogni tot metri e catarifrangenti di notte. Una gara impegnativa ma anche
suggestiva, un’avventura che fa perdere sali minerali (si è portato due litri d’acqua, che venivano
ricaricati nei punti ristoro, e qualche snack dall’Italia) ma che riempie il cuore di emozione e
soddisfazione! Complimenti, Santo!