ABBIATEGRASSO – Sono le ore 17.55 di sabato 7 ottobre e i tavolini del Bar PortMoka, in corso Matteotti 11, sono occupati da avventori che degustano i loro aperitivi, apparentemente incuranti di ciò che succede intorno.

Tre di questi tavolini sono stati riservati a Stefano Re, Andrea Zattoni e  Luca Ariano che hanno organizzato l’evento “Poesie in Streccioeu”. Tutti e tre hanno anche partecipato con una loro poesia all’esposizione delle opere nella via. Complici di questo progetto sono i Commercianti del Passaggio Centrale, che uniscono il dovere di pubblicizzare le rispettive attività con il piacere di condividere la lettura di poesie inedite appese sui muri del caratteristico vicolo abbiatense.

L’idea è nata dalla volontà di soddisfare sia il lato consumistico del cittadino sia quello spirituale della persona, ricercando una dimensione nuova della vita. Il 7 ottobre è diventato così un giorno da ricordare, poiché ha visto il verificarsi di un evento unico e rivoluzionario nel suo genere con protagonista la cultura letteraria. Organizzare un incontro costruttivo tra la città di Abbiategrasso e la Poesia significa invitare la popolazione a guardare oltre i confini della mediocrità.

Portare la poesia fra la gente comune, impegnata a vivere un’esistenza frenetica in una realtà basata sul materialismo spiccio, può incontrare muri di diffidenza o superficialità. Questo matrimonio ha bisogno di tutto il sostegno possibile da parte delle persone particolarmente suscettibili agli stimoli culturali e con uno spirito di ricerca piuttosto sviluppato. La tecnologia può essere di grande aiuto nella ricerca storica della parola, della sua origine, nonché del suo significato. Tuttavia il soffermarsi a leggere i pensieri di chi ha condiviso nero su bianco i propri desideri, bisogni e ragioni, conduce alla crescita personale anche del lettore più distratto. Il tema scelto è “il vicolo” perché è il luogo in cui le persone s’incontrano e chiacchierano in libertà.

Abbiategrasso diventa così un luogo di convivenza socio-economica, ma anche culturale e umana. La strada vuole diventare un luogo di confronto fra persone diverse che si arricchiscono a vicenda, leggendo e commentando i versi stampati su pannelli appesi. Chi ne ha la possibilità può compiacere i negozianti dello “Streccioeu” acquistando prodotti di qualità. Alla mostra all’aperto hanno partecipato importanti poeti italiani. Il candidato al Nobel 2021 Guido Oldani, fondatore del Realismo Terminale, ha presentato alla mostra in questione la poesia “Vicoli” dove in otto righe riassume i ricordi di una vita passata. Davide Rondoni afferma per iscritto la verità che “Amare è l’occupazione di chi non ha paura” lasciando al lettore la facoltà di pensare. Franca Mancinelli ha presentato alcuni versi dalla raccolta “Tutti gli occhi che ho aperto” lasciando alla libera immaginazione quei pensieri descritti sotto forma di parole. Gabriela Fantato ha presentato all’esposizione pubblica la poesia “Dedizione” tratta da “Terra magra, il Convivio”: poche righe per perdersi un attimo tra le parole.

Umberto Piersanti ha regalato al pubblico una poesia dedicata a “San Bartolo”, nel silenzio di un ricordo che non torna. Un inedito di Luigi Cannillo rimembra la madre che un tempo fu. Mariella De Santis regala alla città tre poesie per raccontare quello che nasce nel suo cuore. Franco Romanò racconta ciò che vede durante un viaggio “Milano Berlino in bus” e tutto il mondo si ritrova sotto lo stesso cielo. Gabriella Galzio invita il lettore in un mondo lontano, eppure tanto vicino, da vederlo solo leggendo. Cristina Simoncini guida il passante fra i ricordi di un tempo nostalgico.

Odore di natura e voglia di spensieratezza si avvertono nella poesia di Agnese Coppola. Angelo Manitta canta alla luna abbiatense i suoi “Viali di plenilunio”. Sebastiano Aglieco canta con trasporto il vento dei ricordi. Gerardo Tartaglia s’interroga d’amore. Alessandra Corbetta ricorda con una poesia la “Via delle lame” inserita nella raccolta “Estate corsara”. Silvia Rosa sembra descrivere la pioggia con parole cadute da una penna nostalgica in un giorno di mezza estate. Raffaele Floris condivide la poesia “Controvento”, tratta da “La macchina del tempo”, cercando di fermare un certo momento. Laura Cittar