Se ne parla tanto. Tantissimo. Ci si indigna. Si grida allo scandalo. Ma sono parlamentari e in quanto tali sono intoccabili. Le tasse le pagano i cittadini non certo il Re e la sua corte. Il sovrano e tutti i nobili attorno a lui trovano scappatoie e scuse. Con un sorriso lasciano che i poveri mantengano il loro stile di vita e senza neanche un mal di testa. Il Movimento “grillino”, che tanto odia questo nome, ha fatto degli ingiusti stipendi il suo cavallo di battaglia. Ma che sia Movimento o che sia Partito la sostanza non cambia; e Casalino continua a vivere in un appartamento gentilmente offerto. Perché oltre gli stipendi da record bisogna tener conto dei gettoni di presenza, della diaria di soggiorno, dei rimborsi per le spese telefoniche e per i trasporti. C’è l’aereo di Stato che Matteo Renzi deve assolutamente prendere anche per passare il weekend a Cortina con la famiglia. Ma cosa succede quando si esce da Palazzo Chigi e si gira per le strade? La maggior parte delle famiglie italiane sono costrette a vivere con uno stipendio pari a 1.000 euro. Ogni giorno è una rinuncia. Ogni benefit parlamentare corrisponde ad un desiderio di un bambino che non può essere esaudito. Che sia un pomeriggio al cinema con papà, un pacchetto di merendine che costeggia uno dei tanti scaffali del supermercato o una macchinina rossa fiammante con cui giocare. E chi soffre per questi desideri irrealizzabili non è tanto il bambino quanto i suoi genitori, che al loro figlio vorrebbero dare il mondo ma che non possono per colpa di affitto e tasse. Nulla fa soffrire più che dire al proprio bambino che no, stasera la pizza fuori non si mangia, quando quel tempo passato insieme attorno ad una tavola sarebbe la miglior cura alla crisi. Noi italiani abbiamo ormai capito bene cosa vuol dire rinuncia. Sappiamo cosa vuol dire lavorare tutto il giorno e finire il mese con poche monete in tasca. I politici non lo sanno. Loro che non devono neanche pagare il biglietto dell’autobus. Anzi, l’autobus non lo devono neppure prendere visto che hanno le auto blu.
La mia richiesta è semplice. Un anno. Dodici mesi senza benefit. Dodici mila euro per un anno di lavoro. Solo così i parlamentari potrebbero capire cosa significa oggi essere italiani. Cosa significa rinunciare ogni giorno a vivere pur di mantenere uno Stato in cui neanche crediamo più. E come credere a questo Stato? Come accettare queste sanguisughe che antepongono i loro interessi personali a quelli delle persone che dovrebbero difendere. Dodici mesi non sono tanti. Noi abbiamo imparato a dire “no” con un nodo alla gola tanto tempo fa. Che i parlamentari paghino la macchina e i suo mantenimento, paghino la loro casa e tutte le tasse. Che imparino cosa vuol dire non riuscire a fare la spesa e cosa significa dover scegliere tra il pagare le bollette e vedere il proprio bambino sorridere. Imparino cosa vuol dire non avere potere. Essere solo una marionetta nelle mani di questa Italia. Nulla può cambiare se non siamo noi a muoverci. Impariamo a dire no a chi ci crede formiche. Riprendiamoci la nostra dignità. Lottiamo per riappropriarci della nostra sovranità. È urgente una rivoluzione. ITALIANI lottiamo tutti insieme e vinceremo. Andrea Pasini