ALBAIRATE -È con questa frase che, il giorno 27 gennaio, l’Amministrazione Comunale di Albairate, in collaborazione con il Consiglio dei Giovani e con la professoressa Alba Beretta, ha dato inizio all’incontro, in occasione della Giornata della Memoria, dedicato al ricordo dello sterminio degli omosessuali. L’incontro ha fatto in modo che la ricorrenza non venisse trattata come una semplice data sul calendario e per rendere tutto ciò possibile la professoressa Alba Beretta, docente di Storia e Lettere presso l’I.I.S. “E. Alessandrini”, ha messo alla luce, in maniera chiara ed approfondita, un argomento di cui si hanno pochi documenti storici e per questo poche conoscenze. Infatti, come da lei dichiarato, è stato solo negli anni Settanta che si è iniziato a parlare di azioni scandalose e aberranti avvenute nei confronti degli omosessuali e che, purtroppo, proseguono oggigiorno. Il dibattito ha sottolineato come in realtà l’omosessualità nel corso della storia sia stata fin da subito considerata peccato e punita con il rogo, successivamente, nel 1532, venne considerata come un atto criminale con la “Constitutio Criminalis Carolina” di Carlo V e infine il Codice Prussiano del 1794 ha portato all’esilio dalla comunità civile. Nel suolo tedesco l’omosessualità incontrò la personalità di Bismark che, come sottolineato dalla professoressa, inorridito che i nascenti movimenti di liberazione omosessuale, che presero il nome di “cancro tedesco”, si sviluppassero a Berlino, decise di agire e infatti il 15 maggio 1871 nacque il paragrafo 175 del Codice penale che criminalizzava l’omosessualità. Dopo la Prima Guerra Mondiale e con la Germania ormai al suolo e senza manodopera, il “cancro tedesco” iniziò ad essere combattuto attraverso la dittatura. Adolf  Hitler diede il via alla repressione e mise in atto il paragrafo 175 il 6 maggio 1933, proseguendo poi nel 1934 con la depurazione delle SA di Ernst Röhm. Con dati alla mano e fotografie sconvolgenti, la docente Alba Beretta sottolineava come, nel giro di pochissimi anni, 100.000 omosessuali furono arrestati, 60.000 condannati a pene detentive e un numero sconosciuto internato in ospedali psichiatrici; da 5 a 15.000 individui vennero internati in campi di concentramento, la cui mortalità era del 60%, seconda soltanto a quella degli ebrei. Uomini e donne omosessuali nei campi di concentramento venivano considerati non adatti a vivere in una società civile, erano relegati in baracche separate per paura che infettassero altri prigionieri, dovevano subire violenze fisiche, partecipare a lavori sempre più duri e non potevano dormire. Hitler diede anche l’ordine di proporre la castrazione forzata degli omosessuali in cambio della liberazione che, però, non avvenne, in quanto gli omosessuali vennero mandati al fronte, dove subirono ulteriori vessazioni. Nonostante le leggi razziali vennero poi eliminate nel 1944, il paragrafo 175 venne abrogato solo nel 1994 e solo nel 2002 il governo tedesco si degnò di chiedere scusa per l’Omocausto. Alla fine del dibattito sul Male, come sottolineato da Lorenzo Però, presidente del Consiglio Comunale dei Giovani, il pubblico è stato portato davanti a due momenti: il momento della riflessione, in cui si ascolta il male che è stato fatto e che è stato possibile comprendere attraverso il dibattito, e il momento della consolazione, in cui ci si consola del male che si è fatto o si è subito. Proprio nel dibattito il pubblico ha partecipato al dolore degli altri e lo ha ricordato per sfuggire al Male più grande di tutti: l’oblio. Irene Morini