GAGGIANO – Dopo quasi nove anni dall’inizio del pontificato di Papa Francesco, l’impressione è sicuramente quella di star vivendo un periodo di cambiamento e di innovazione delle Istituzioni cattoliche. L’approccio progressista del Pontefice argentino ha prodotto, più che riforme de facto, un’ impressione di mobilità e di fermento ideologico all’interno della Chiesa. La terza enciclica di Papa Francesco, “Fratelli tutti”, pone le basi per un nuovo approccio al dialogo tra Cristianesimo e Islam. Questo tema è stato il protagonista dell’incontro andato in scena presso la Parrocchia dello Spirito Santo a Gaggiano venerdì 28 gennaio. L’evento, organizzato dall’ACLI, ha avuto come relatore Fra Stefano Luca, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Consultore dell’Ufficio Nazionale della Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. L’intenzione di Fra Stefano è stata quella di percorrere, sia a livello teologico, sia a livello pratico, gli effetti dell’approccio di Papa Francesco a questa tematica. L’impostazione fornita dal Pontefice è decisiva e sostanzialmente unitaria, vista l’esistenza di un magistero all’interno della fede cattolica. Questa condizione non è però presente nell’Islam, comportando una frammentazione degli approcci alla stessa fede. Il dialogo, quindi, non si estende al mondo islamico nella sua totalità, ma solo verso quei gruppi religiosi che a questo si aprono. L’enciclica “Fratelli tutti” si basa su un testo base, il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, sottoscritto insieme all’ Imam Ahmad Al-Tayyeb, ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019. L’impostazione dialogica può essere estratta dal titolo stesso, convivenza tra fratelli. Ovviamente, questo obiettivo impone uno sforzo non indifferente a entrambe le parti, chiamate a confrontarsi su differenze teologiche inconciliabili; proprio queste differenze, secondo Fra Stefano, devono essere la base del dialogo, il confronto trova il proprio senso nella fermezza delle proprie convinzioni e della propria cultura, per evitare che concessioni reciproche, operate col fine di evitare contrasti, impoveriscano lo scambio interpersonale. L’aspetto operativo e concreto di queste dinamiche relazionali si esplicita nelle iniziative che sono nate e nasceranno all’interno di vari contesti territoriali. Fra Stefano ha vissuto in prima persona questo tipo di esperienza, avendo organizzato, l’estate scorsa, una Summer school cattolico-islamica presso la casa pastorale Santa Maria alla Fonte a Milano. L’insegnamento della convivenza pacifica e dell’integrazione è fondamentale per lo sviluppo di una società del futuro sana, la tolleranza e il rispetto della cultura altrui devono essere cardini dell’educazione dei giovani ed è utile che certi principi trovino applicazione anche al di fuori dei contesti scolastici o familiari. Alessandro Gastaldi