ABBIATEGRASSO – Se n’è andato ancora giovane, a 62 anni, vent’anni fa, Augusto Rosetta, cittadino abbiatense che amava molto la sua città e in città era conosciuto e molto amato, soprattutto nel rione sampietrino, che per diversi anni aveva contribuito ad animare con le sue fervide idee e le sue iniziative, che sono poi diventate patrimonio cittadino, di tutti gli abbiatensi. Abbiatensi che, a vario titolo, si sono ritrovati sabato 11 dicembre alle ore 11.00 in via Mozart, una strada del quartiere San Pietro, ai margini di un ampio parco che, da sempre innominato, quella mattina avrebbe avuto un’identità, avendo l’Amministrazione Comunale deciso di intitolarlo alla memoria di quel cittadino benemerito. A partecipare all’atteso e significativo momento, oltre ad alcune autorità, i familiari di Augusto Rosetta, insieme agli Amici del Palio e agli Amici del Bar Saltament. Commosso il ricordo di un caro amico: “Grazie alla sua cocciutaggine ha coinvolto gli amici in momenti di sano divertimento, sana goliardia, stare insieme e divertirsi con poco, momenti che poi si sono trasformati in bene comune. Ai giovani che oggi amano ritrovarsi e divertirsi in modo sano riporto le sue parole ‘prima divertiamoci noi, poi, se siamo bravi, riusciamo a divertire gli altri’. Ecco quindi il suo aiuto a don Luigi Alberio per il Palio, a don Luigi Volpi per il Balòn de San Peder in piazza, una cosa da pelle d’oca per la tanta gente lungo tutto il corso. E l’incredibile festa degli anziani, con un pranzo per 500 persone da gestire nella mensa della Siltal, voluta da lui e tutto merito suo, poiché raccoglieva i fondi con le briscole. Il Cardinal Martini, venuto per la dedicazione della chiesa, da quella mensa non voleva più venir via per il grande significato di quell’incontro fra anziani. E’merito, inoltre, della sua passione per la fotografia se oggi tutti i cittadini possono godere della sua raccolta di foto sulla storia passata di Abbiategrasso e dei paesi limitrofi. E’un monito per i giovani, che possono dare una mano a costruire qualcosa per la comunità. Augusto ci ha lasciato troppo presto, sono vent’anni che ci manca. E ci manca”. Il sindaco Nai ha sottolineato come sia importante intitolare un luogo a chi è vissuto nella nostra città e ha realizzato qualcosa di bello, di importante per la comunità, lasciandole in dono qualcosa che ora fa parte della nostra tradizione. Il vicesindaco Albetti, ritenendo opportuno valorizzare le persone che hanno dato un contributo sociale alla nostra città, ha ricordato le iniziative più importanti che hanno animato il rione San Pietro sotto la guida organizzativa di Rosetta e religiosa dei sacerdoti della parrocchia: il pranzo degli anziani alla Siltal, il Balòn che bruciava nella festa del Patrono e le risottate, il Carnevale Sampietrino con la sfilata delle maschere e la rassegna del Cantagallo, la nascita del Palio, prima in oratorio e poi in città, che ancora continua grazie a Tiziano Perversi. “Una bella avventura di amicizia fraterna – ha commentato Albetti – E’ lì il nesso che ha potuto produrre questo sviluppo. Questa mattina siamo qui a testimoniare come da una vera amicizia tra persone che si trovavano per divertirsi possa nascere con gli anni un impegno importante, teso all’unità e all’appartenenza a un luogo, che diventi servizio alla città. Auguro di continuare con gratuità questo impegno”. Una delle figlie è poi intervenuta per ringraziare commossa quanti si sono adoperati per portare a un esito positivo la proposta dell’intitolazione, in particolare chi ha avuto per primo l’idea di intitolare uno spazio cittadino al padre Augusto: Angelo Clementi, che ha ricoperto anche la carica goliardica di “Sindaco di San Pietro”. Altri sentiti grazie sono andati agli Amici del Gallo e a Tiziano Perversi, che porta avanti magistralmente gli eventi che danno lustro al rione, all’amico fotografo Veda per l’aiuto a sistemare le fotografie, all’artista Victor per le sue bellissime opere in rame, con cui ha reso immortale l’Augusto e la sua San Peder. E’ seguita la benedizione da parte di don Leandro Gurzoni al Parco, che avrà sempre un angelo custode, Augusto, e a quanti vi transiteranno. Tolto il drappo tricolore che la ricopriva, la targa ha rivelato l’identità del Parco e alcune note dell’Inno di Mameli, suonate con la tromba da un solista della Filarmonica, hanno accompagnato il momento con la dovuta emozione. Mariagrazia Broglia