CISLIANO – Un altro inquietante episodio di cronaca scuote il Milanese. Sabato 4 gennaio, nelle campagne di Cisliano, è stato ritrovato il corpo senza vita di un giovane uomo, presumibilmente di origine marocchina, abbandonato in via Regina Elena, una strada periferica circondata da campi incolti e canali. Le modalità del ritrovamento e i dettagli emersi dall’indagine lasciano aperte numerose ipotesi.

Le dinamiche del ritrovamento

Il cadavere, segnalato da un passante intorno alle 21, è stato trovato accanto a una cartellina contenente la fotocopia di una patente marocchina, presumibilmente appartenente alla vittima. Nonostante il giovane non sia stato ancora identificato con certezza, le analisi delle impronte digitali e del DNA potrebbero confermare la sua identità. La presenza della patente e la scelta del luogo di abbandono — ben visibile — suggeriscono un’intenzione deliberata di far ritrovare il corpo.

Le prime ipotesi degli investigatori

Le indagini, coordinate dalla Procura di Pavia e dal PM Valeria Biscottini, stanno esplorando diversi scenari. Tra le ipotesi, si considera che l’omicidio possa essere avvenuto altrove e che il corpo sia stato trasportato a Cisliano tra le 18.15 e le 21.12. L’assenza di segni di colluttazione e di violenza sul corpo, oltre alla quantità limitata di sangue sui vestiti, alimenta i dubbi sulla dinamica del delitto.

Un foro tra l’addome e il bacino sembra essere la causa della morte, ma non è ancora chiaro se si tratti di una ferita da arma da fuoco o da taglio. L’autopsia fornirà maggiori dettagli.

Un contesto di criminalità diffusa

Nonostante la vittima non risulti associata a bande criminali attive nel Milanese, il contesto delle indagini si colloca nel mondo dello spaccio di droga nei boschi. Il giovane, definito un “fantasma” dagli inquirenti, non ha precedenti penali noti, né tracce nei database delle forze dell’ordine. Questa circostanza, insieme alla mancanza di documenti e telefono, aggiunge ulteriori ombre alla vicenda.

Un omicidio legato ad altri casi?

Il ritrovamento avviene a pochi giorni di distanza da un altro caso analogo: il 26 dicembre, nelle campagne di Pogliano Milanese, fu ritrovato il cadavere di Anas Khuja, 31enne marocchino, noto come ras dello spaccio nel Varesotto. Sebbene al momento non siano emersi collegamenti diretti tra i due omicidi, le similitudini nelle modalità di ritrovamento e nel profilo delle vittime non permettono di escludere una connessione.

Le prossime mosse

Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini delle telecamere della zona per ricostruire i movimenti della vittima e identificare possibili responsabili. Al contempo, si cercano eventuali alias o documenti falsi che possano spiegare l’assenza di dati nei terminali delle forze dell’ordine.

Un territorio sotto pressione

Gli omicidi di Cisliano e Pogliano Milanese riflettono un clima di tensione crescente nelle periferie del Milanese, dove la criminalità organizzata e lo spaccio di droga si intrecciano con un sottobosco di violenze e regolamenti di conti. Il caso rimane aperto, con molte domande ancora senza risposta.

Il mistero si infittisce, e con esso cresce l’urgenza di fare luce su un episodio che, al di là del suo tragico epilogo, mette in evidenza le fragilità di un sistema sempre più complesso da decifrare.