ABBIATEGRASSO – La sera del 30 marzo piazza Marconi è semideserta, solo la porta d’ingresso della scala che conduce all’ex Sala Consiliare del Comune è aperta.

Alle ore 21 undici persone sono sedute intorno al grande tavolo, tra cui il Sindaco Cesare Nai, che in questi giorni è seriamente impegnato a rappresentare la città a vari eventi culturali e folcloristici. Questa sera l’Amministrazione Comunale ha dato appuntamento ai rappresentanti delle associazioni abbiatensi con scopo assistenziale e sanitario per la programmazione dei lavori della Consulta. Il Sindaco ha dato inizio all’elezione del Presidente della Consulta dopo un breve preambolo di rito.

I candidati proposti sono Ilaria Benassi e Giovanni Tragella. L’avvocato Tragella è stato scelto con sette voti su dodici. Il problema importante da risolvere riguarda l’Ospedale C. Cantù e il reparto di Pronto Soccorso, situato in uno degli edifici dello stesso. L’Ospedale di Abbiategrasso è stato inaugurato il 26 novembre 1882 per merito di un lascito di 487000 lire del filantropo Costantino Cantù.

Il primo nosocomio ha avuto sede nella villa settecentesca del signor Cantù. Sono passati 141 anni da quando il personale amministrativo era composto solo da un segretario, un contabile e un tesoriere. Un piccolo gruppo di persone, formato da un medico direttore, un aiuto medico, un cuciniere e due infermieri, ha curato malattie come il tifo e il vaiolo o eseguito operazioni chirurgiche sui flemmoni e su fratture ossee. Un’evoluzione assai complessa è avvenuta negli anni fino a diventare, negli anni 2000, un esempio di umanità e sede della migliore assistenza medica e infermieristica.

Negli ultimi anni, purtroppo, la popolazione ha visto un deterioramento di tutto ciò che era stato costruito. La Consulta di quest’anno delibera sui temi dell’Ospedale e dei servizi socio-sanitari a disposizione della comunità abbiatense. I suoi membri si pongono come obiettivo quello di preservare e migliorare i risultati ottenuti in passato per il bene della salute e dell’autonomia di tutti i cittadini di Abbiategrasso e dintorni. Trattandosi di un organismo consultivo e propositivo, attraverso il quale il Comune promuove azioni adeguate di prevenzione, cura, riabilitazione e assistenza con la partecipazione delle Associazioni degli operatori del territorio, Davide Bertani racconta cosa significa essere volontario di “Croce Azzurra” e cercare, ogniqualvolta si presenta la necessità, l’Ospedale più vicino con le attrezzature idonee per curare i pazienti soccorsi. Il rapporto tra la politica e la salute è sempre un tiro alla fune.

La Consulta dovrebbe definire il territorio dove agire per promuovere tutte quelle attività che salvaguardano la salute e la cura delle persone costituenti la comunità. Il suo lavoro è ostacolato da una situazione tragica e difficile da contenere. L’ospedale di Abbiategrasso sta subendo da anni un lento smantellamento delle sue funzioni. I cittadini hanno visto chiudere il Pronto Soccorso nelle ore notturne ed esiste la possibilità che il reparto del piede diabetico chiuderà in un futuro prossimo. Ristabilire un Sistema Sanitario Nazionale, con attività utili al benessere psico-fisico delle persone, significa promuovere una stretta collaborazione tra i vari servizi.

L’intervento del sindaco sull’Ospedale Cantù di Abbiategrasso

Il Sindaco Nai ribadisce che non si può avere un Pronto Soccorso valido se non c’è un ospedale in grado di subentrare alla cura della persona con attrezzature adeguate. C’è chi crede nell’importanza assoluta di avere macchinari nuovi all’avanguardia e chi si preoccupa di intervenire in tempo utile a salvare la vita delle persone. Le linee guida utili, per orientare le decisioni e le scelte verso la strada del progresso dal punto di vista umano, sembrano essere regole di vita difficili da comprendere e quindi obiettivi difficili da raggiungere. L’assemblea della Consulta di giovedì scorso ha parlato anche della realizzazione di un “Ospedale di Comunità” (ODC) nella vecchia struttura dell’Istituto Golgi in Abbiategrasso.

Una struttura sanitaria di ricovero nella rete di assistenza territoriale, svolgente funzione intermedia tra domicilio e ricovero ospedaliero, sarebbe molto utile alla comunità. Milioni di euro sono stati investiti dalla Regione Lombardia e sul territorio sono stati istituiti tre “Ospedali di Comunità” ad Abbiategrasso, Legnano e Cuggiono più 7 Case di Comunità (CdC) a Gaggiano, Castano, Busto Garolfo, Parabiago, Magenta, Vittuone e Motta Visconti, di cui 5 dovrebbero essere anche Centrali Operative Territoriali (COT) ad Abbiategrasso, Cuggiono, Legnano, Magenta e Parabiago. Si auspica che queste nuove forme organizzative e gestionali osservino i principi etici propri delle attività che svolgono e migliorino le attuali strutture assistenziali dal punto di vista umano. Laura Cittar