Succede a Lucca. Un carabiniere arresta un tunisino – in flagranza di reato – per un furto in azienda. Un arresto che verrà poi definito “violento” dal magistrato che condannerà il carabiniere a sei mesi di reclusione e a pagare una multa pari a 7.500 per le lesioni subite dal tunisino durante la colluttazione. Un caso come questo potrebbe essere facilmente archiviato insieme ai tanti esempi di malagiustizia all’italiana; una realtà quotidiana del nostro Paese. I colpevoli di questa condizione in cui versa il nostro sistema giudiziario sono molteplici. Sarebbe forse troppo semplice puntare il dito contro il magistrato che ha emesso la sentenza, dimenticando che è proprio il nostro Governo a permettere attraverso vuoti giudiziari situazione come quella sopra descritta. La sicurezza dei cittadini dovrebbe essere priorità di uno Stato sano e funzionale. Le forze dell’ordine dovrebbero essere rispettate e tutelate per il loro servizio alla comunità. Nel nostro Paese invece percepiscono uno stipendio minimo, non in linea con i rischi che corrono ogni giorno. E’ forse utile precisare che non solo il tunisino ha subito lesioni nelle circostanze che hanno portato al suo arresto, per lo stesso carabiniere la colluttazione ha portato a qualche giorno di prognosi. Le forze dell’ordine meritano maggiori garanzie e sicurezze nello svolgimento del loro lavoro. A partire da attrezzature moderne che possano favorire la celerità delle operazioni e la loro buona riuscita. In Italia le impronte digitali vengono prese ancora a mano, e un carabiniere deve compilare quattro fogli per schedare un arrestato. Negli Stati Uniti, grazie all’utilizzo dei computer, questa procedura richiede solo pochi istanti, permettendo così alle forze dell’ordine di pattugliare le strade e rispondere in modo rapido ed efficace alle emergenze. Serve maggiore obiettività e meno buonismo se vogliamo che la sicurezza diventi un punto di forza per il nostro Paese, invece che una debolezza. Io sto dalla parte delle forze dell’ordine e ammiro la loro abnegazione. Un carabiniere che rischia la sua vita per assicurare alla giustizia un delinquente merita ammirazione, non certo una condanna. Ho una proposta. Gli operatori della pubblica sicurezza, coloro che rischiano la loro vita in mezzo alle strade tutti i giorni, dovrebbero ricevere un bonus nella loro busta paga. Uno stipendio maggiore a chi – come il carabiniere di Lucca – mostri la sua dedizione alla divisa, e che mette la sicurezza della comunità al di sopra della sua. Siamo noi, persone comuni, a combattere per un’Italia migliore. Abbandonati da una politica che guarda solo ai suoi interessi. E che permette che gli onesti vengano condannati al posto dei delinquenti. Andrea Pasini