GAGGIANO – Venerdì 25 novembre è iniziato il programma degli appuntamenti incentrato sulla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La Biblioteca di Gaggiano ha ospitato la prima serie di incontri, che si sono succeduti l’uno dopo l’altro per l’intera mattinata.

Durante questo frangente di tempo ha tenuto banco la sensibilizzazione contro i pericoli della rete e l’uso dannoso degli apparecchi e delle piattaforme digitali. Per l’occasione i relatori sono stati l’avvocato Susanna Marangoni e il Commissario Capo dott. Marco Luciani.

Dal 2005, quando nasce Facebook, il primo social network, a oggi, la rivoluzione tecnologica ha cambiato drasticamente il nostro stile di vita e le nostre scelte, non solo professionali, ma anche sociali. Anche in politica. Ha ricordato il dott. Marco Luciani che, quando il Movimento 5 Stelle si è presentato per la prima volta alle elezioni nazionali, è diventato il primo partito grazie a una campagna pubblicitaria fatta esclusivamente tramite i social e nessun altro mezzo di comunicazione.

“L’utilizzo eccessivo di questi canali digitali conduce a una mancanza di empatia – ha detto l’avv. Marangoni – Si assistite a una rapida diffusione delle immagini senza che la persona coinvolta se ne renda conto, fino ad arrivare a gesti estremi, come il suicidio”. Il commissario ha raccontato un caso che ha seguito in maniera diretta, un episodio di cyberbullismo, il primo in Italia, avvenuto nel 2013. Una ragazza di quattordici anni si è tolta la vita una volta venuta a conoscenza di un video che la immortalava mentre i suoi amici simulavano un rapporto sessuale con lei, approfittando del fatto che era ubriaca. Il filmato divenne virale prima su WhatsApp, per poi finire sulla sua pagina Facebook, che dopo solo tre ore era intasata di commenti offensivi nei suoi confronti.

Dopo la sua morte, il padre ha istituito la Fondazione Carolina, che ancora oggi lotta contro l’odio sui social. Da questa esperienza ha tratto la conclusione che “il cellulare induce a compiere atti che nella realtà molto probabilmente non avremmo mai fatto, nonostante rimanga la traccia scritta del commento postato”. Ha aggiunto: “Il cellulare è diventato per la stragrande maggioranza delle persone il mondo, la via prediletta per accedere al nostro vissuto. Quando ero giovane, mio padre mi diceva frasi del tipo: ‘anche se tu sai fare una determinata cosa, io la so fare meglio di te’.

Ora, invece, le parti si sono invertite, quasi come se fosse il figlio a spiegare al padre come funziona il mondo. Man mano che si andrà avanti sarà sempre più questa la situazione, se pensiamo all’affermazione del metaverso, che darà a tutti la possibilità di vivere in un mondo totalmente virtuale che, seppur viaggia in parallelo alla realtà fisica, avrà un enorme impatto su di essa”. Paolo Borrelli